Il vino Montepulciano d’Abruzzo trae il nome dal vitigno che ne caratterizza l’uvaggio.
Diffuso soprattutto nell’Italia centro orientale, il Montepulciano ha trovato il suo terroir ideale lungo la fascia costiera. Infatti, il clima caldo e l’assetto geologico calcareo caratterizzato da depositi alluvionali permettono al vitigno di produrre una ricca bacca nera.

Storia del Montepulciano
Non conosciamo il momento esatto in cui questo vitigno giunse in Italia ma, come per gli altri vitigni a bacca nera, il suo arrivo è quasi sicuramente legato ai flussi di coloni greci nel corso dell’VIII secolo a.C.
La prima testimonianza scritta di un vino prodotto nel territorio dell’Aprutium, antica regione abruzzese, risale allo storico greco Polibio che, narrando le gesta di Annibale dopo la battaglia di Canne (216 a.C.), racconta come il condottiero cartaginese rinvigorì i suoi uomini proprio con il vino prodotto in quella regione. Più tardi, trattando della Conca di Sulmona, un altopiano centro-meridionale, il poeta romano Ovidio scrisse che quella terra era cara alla dea del grano ma molto più fertile per l’uva.
La storia moderna del Montepulciano d’Abruzzo inizia nel 1579, quando Costanza Piccolomini Todeschini, indebitatasi per la costruzione della basilica di Sant’Andrea della Valle a Roma, cedette la baronia di Carapelle, nel distretto dell’Aquila, al granduca Francesco I de’ Medici.
Fu proprio la nobile famiglia toscana a importare, nel dominio così ottenuto, le moderne tecniche viticole ed enologiche.
Il vitigno trovò naturale proliferazione nella zona della Torre de’ Passeri in Val Pescara e, come documentato dal cosiddetto manoscritto Camplone, fu da quell’area che partì, nel 1821, la prima produzione e commercializzazione di un “vino di Montepulciano”.
Intorno al 1873, dovette avere origine il fraintendimento che ha portato il Montepulciano d’Abruzzo a essere confuso, erroneamente, con il Nobile di Montepulciano. Fu infatti edita in quell’anno un’operetta scritta intorno al 1549 da Sante Lancerio, primo sommelier d’Europa nonché bottigliere personale di Paolo III Farnese. In essa, il cantiniere di corte definiva “il Montepulciano” come un vino perfectissimo. I postillatori dell’edizione postuma, fraintendendo le parole del Lancieri, pensavano che il Montepulciano in questione fosse il vitigno abruzzese e non, come in realtà era, il nobile sangiovese dell’omonima città senese.
Resta il fatto che la querelle tra Montepulciano d’Abruzzo e Nobile di Montepulciano ebbe origine da un equivoco che, tutt’oggi, è duro a morire. Nel frattempo, a metà Ottocento, in Europa aveva fatto la sua comparsa la filossera della vite che, sul finire del secolo, non risparmiò nemmeno i vitigni di Montepulciano presenti nella valle Peligna. Nonostante ciò, alcuni cloni riuscirono a trovare terreno fertile nella Marsica, scampando all’insetto che, su quei suoli, non riuscì a diffondersi, permettendo al Montepulciano di proliferare lungo la fascia costiera abruzzese.

Geografia del Montepulciano
Il vitigno Montepulciano ha una zona d’impianto nazionale che comprende Abruzzo, Marche e Molise. La sua distribuzione a livello italiano raggiunge quota 34.800 ettari.
Limitatamente al Montepulciano d’Abruzzo DOC, la sua zona di produzione abbraccia la fascia collinare-costiera e pedemontana dell’Abruzzo ed è localizzata nelle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Questo vitigno, infatti, teme i terreni collocati nei fondovalle, caratterizzati da un clima umido.

Denominazioni del Montepulciano d’Abruzzo
Nel 1968, il Montepulciano d’Abruzzo ottiene la denominazione DOC, che comprende due tipologie di vino rosso, il base e il riserva.
Il disciplinare di produzione prevede che la distinta sia riservata al vino ottenuto da uvaggio Montepulciano all’85%. Tuttavia, è consentito il concorso di uve provenienti da altri vitigni a bacca nera non aromatici, a patto che questi siano impiantati in Abruzzo e fino a un massimo del 15%.
Il Montepulciano d’Abruzzo DOC base è un vino rosso tranquillo e giovane, che può essere bevuto entro uno o due anni dalla messa in produzione. La sua versione “riserva”, invece, deve garantire un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 12%.
Nel 2003 il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane ha ottenuto la distinta DOCG. La sua produzione è consentita solo nella provincia di Teramo ed è prodotto con almeno il 90% di Montepulciano, a cui può essere aggiunta uva Sangiovese per una misura non superiore al 10%. Nel 2017, anche il Montepulciano d’Abruzzo Casauria passa da DOP a DOCG.

Informazioni e curiosità sul Montepulciano e sul Montepulciano d’Abruzzo
Il vitigno Montepulciano predilige un clima caldo e secco e il suo frutto ha una maturazione tardiva. La sua vigoria media ha permesso al vitigno di attecchire bene sui terreni collinari e di altopiano abruzzesi, dove si utilizza la tradizionale forma d’allevamento a pergola abruzzese. Negli ultimi decenni, però, a questa forma storica di impianto se ne associa una più moderna, a spalliera semplice o doppia. La forza del vitigno, unitamente a una gestione che ne valorizza l’ampelografia, permette di produrre, annualmente, più di 3 milioni di ettolitri di Montepulciano d’Abruzzo.

Caratteristiche ampelografiche del Montepulciano
Il vitigno Montepulciano ha una foglia media, pentagonale e pentalobata. Il grappolo, invece, è di media grandezza, quasi sempre alato (con una o due ali) e di forma piramidale o conica. L’acino ha una forma sub-ovoidale, con buccia spessa, pruinosa e contraddistinta da un color blu-nero profondo.

Caratteristiche degustative del vino
All’analisi visiva, il Montepulciano d’Abruzzo appare di un rosso rubino intenso, percorso da riflessi violacei. Con l’invecchiamento, il vino assume il caratteristico color granato. All’olfatto, i vini giovani di Montepulciano effondono un bouquet floreale pieno e fresco, da cui emergono le note acide dei frutti rossi. I Montepulciano d’Abruzzo DOC invecchiati, invece, restituiscono sentori di pepe, tabacco e liquirizia. Le qualità di questo vino spiccano al palato, dove si libera un sapore pieno e secco.

Abbinamenti tipici consigliati
Il Montepulciano d’Abruzzo si sposa con piatti a base di carni nobili o cacciagione la cui preparazione richieda tempi prolungati in grado di ammorbidirne le fibre.
Ideale per accompagnare brasato di manzo o agnello cotto al forno a legna, il Montepulciano d’Abruzzo si gusta bene anche insieme a formaggi stagionati.