La denominazione Orta Nova DOC è stata creata nel 1984, lo stesso anno in cui il Chianti Classico ha ottenuto il riconoscimento della DOCG, oggi la più famosa d’Italia. La DOC Orta Nova e il vino a cui si riferisce prendono il nome dalla città di Orta Nova, un antico insediamento che si trova 25 km all’interno nell’entroterra della costa adriatica della Puglia settentrionale. Anche se le origini della parola orta non sono del tutto certe, il significato più probabile è quello di “giardino”, essendo la città è circondata su tutti i lati da chilometri di oliveti ben ordinati, vigneti e campi dedicati alle colture seminative o ortofrutticole, come grano, carciofi e altre verdure. La provincia di Foggia, in cui sorge Orta Nova, è una delle  più prolifiche in termini di produzione di olio d’oliva e vino in Italia. I vini della denominazione Orta Nova DOC comprendono tipologie di vini rossi e rosati, in linea con la maggior parte della produzione vinicola pugliese. Il Sangiovese, il vitigno più diffuso in Italia, è la base per questi vini e caratteristico della Puglia settentrionale, che la differenzia rispetto al sud della regione, dove regnano Negroamaro e Primitivo. Da disciplinare può essere accompagnato da un’aggiunta fino al 40% di due altre uve a bacca nera autorizzate per la regione Puglia, la prima delle quali è l’Uva di Troia, che caratterizza anche i vini rossi della vicina DOC Castel del Monte (Troia non è la città della leggenda omerica, ma una cittdina pugliese a 30 km a ovest di Orta Nova). Il secondo vitigno è il Montepulciano d’ Abruzzo. Questi due sono completati dalle meno diffuse varietà di Lambrusco Maestri e Trebbiano, che sono consentiti nei vini rossi Orta Nova e nei vini rosati fino ad un massimo del 10%, solo per consentire la transizione dei vecchi impianti con vigne nuove.