Abruzzo

Le Origini

Terra di montagna e di mare, di vigna e di vino, l’Abruzzo è stato definito da Primo Levi “forte e gentile”. Il paesaggio bucolico legato alla pastorizia è stato raccontato da Gabriele D’Annunzio, ma la realtà attuale è ormai lontana da quell’immagine. Negli ultimi decenni una dinamica imprenditoria caratterizza infatti il panorama abruzzese, con un occhio attento al mondo vitivinicolo e gastronomico.

Questa regione, un tempo dedita principalmente alla produzione di vino di massa, nella seconda metà del XX secolo ha cambiato rotta grazie all’opera di produttori lungimiranti e di grandi cooperative, che hanno permesso di raggiungere anche risultati di eccellenza. I trebbiani e il montepulciano sono i protagonisti indiscussi del vigneto regionale e danno origine a vini bianchi, rosati e rossi che riescono a esprimere perfettamente il territorio.

La gastronomia è di mare e di terra, e si esprime in piatti saporiti di antica tradizione. Il brodetto di pesce trova un alleato fedele nel Cerasuolo d’Abruzzo che, se più strutturato, si abbina bene anche alla ventricina vastese o teramana, alla mortadella di Campotosto o coglioni di mulo, alle salsicce di fegato e miele e alle soppressate. Piatti più complessi come la pecora al cotturo o gli spaghetti alla chitarra con il sugo alla teramana con polpettine di carne piccole come ceci, richiedono un bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo di buona evoluzione, mentre con arrosticini, piccoli spiedini di carne di pecora cotti sui carboni, succulenti e saporiti, è più adatto un Montepulciano d’Abruzzo giovane. Le scrippelle ‘mbusse, crespelle arrotolate servite in brodo, i fiadoni a base di formaggio, salati o dolci e cotti al forno, il pecorino di Farindola e il caciofiore aquilano stagionati, si abbinano perfettamente con un Trebbiano d’Abruzzo di grande struttura ed evoluzione.

A fine pasto, il Moscatello di Castiglione si degusta con le sise delle monache di Guardiagrele e le sfogliatelle di Lama, mentre il Montepulciano Passito è perfetto con il bocconotto di Castel Frentano e con il parrozzo, dolce pescarese a base di mandorle e ricoperto di cioccolato fondente, che deve il nome a Gabriele d’Annunzio.

Il clima ed il territorio

L’Abruzzo, definita Regione verde d’Europa per la presenza di Parchi Nazionali e numerose riserve naturali, è altamente vocato per la viticoltura, grazie alle condizioni ideali di illuminazione, temperature e piovosità. Il territorio è prevalentemente montuoso (65%) e collinare (34%): solo l’1% si trova quindi in pianura, sulla costa o in alcuni fondovalle.

Il clima è mediterraneo nella fascia costiera e collinare e continentale nelle aree interne.
I rilievi dell’Appennino centrale con i due baluardi Gran Sasso e Majella, riparano il versante orientale della regione dalle gelide perturbazioni invernali e in estate, nella zona pedemontana e nella collina interna, regalano decise escursioni termiche che i grappoli sfruttano per fissare i profumi.

La collina litoranea risente di regimi di brezza provenienti dai massicci appenninici e dal mare e presenta terreni prevalentemente calcareo-argillosi, che favoriscono la produzione di vini strutturati e che danno al montepulciano l’opportunità di esprimere al meglio le sue potenzialità. Nella fascia collinare a ridosso del litorale il clima è più mite e i terreni sono prevalentemente di natura sabbioso-argillosa, idonei soprattutto per la coltivazione di uve a bacca bianca.

Zone vitivinicole

Alla fine del XVIII secolo, il Durini scriveva dei vini degli Abruzzi come

assai buoni e ricercati: perché le vigne son messe fra ciottoli silicei rivestiti di bianchissima crosta calcarea nettissimi, sopra de’ quali riposa e viene a maturità il grappolo che acquista un singolar saporepore. Questo vino ha quel raro qusto che dicesi di sasso da’ francesi.

L’ideale percorso nel vigneto abruzzese, provenendo dalle Marche e scendendo verso sud, incontra la provincia di Teramo, caratterizzata da dolci colline poco lontane dal mare, dove il mantepulciano esprime al meglio le sue doti.

Nel Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG, unica denominazione garantita della regione, questo vitigno si mette in luce con un carattere robusto e aristocratico, adatto anche a lunghe evoluzioni, con i profumi tipici del vitigno arricchiti dalle sfumature regalate dal lungo riposo in legno. Un vino da provare con cervo al pepe.

Anche il pecorino e la passerina, vitigni tipici della provincia di Teramo, danno origine a vini freschi, fruttati e, soprattutto se ottenuti dal primo, dotati di ottima struttura e potenza alcolica. In alcuni comuni trovano spazio anche merlot, chardonnay, cabernet franc e sauvignon, che si esprimono in vini monovarietali di qualità all’interno della denominazione Controguerra.

Pescara e la sua provincia, oggi suddivisa nelle zone Terre dei Vestini e Terre di Casauria, si mette in mostra con vini di grande classe, grazie anche all’opera di artigiani del vino e di produttori che puntano all’eccellenza, con vigneti di oltre 50 anni in terreni vocati esposti a regimi di brezza e forti escursioni termiche, filiere sequite in modo maniacale e l’uso di fermentazioni spontanee. Qui si produce un Trebbiano d’Abruzzo famoso in tutto il mondo, complesso e strutturato, perfetto per esaltare un elegante piatto di foie gras con croccante speziato.

Nell’interno della provincia di L’Aquila, i vigneti di montagna hanno una produzione piuttosto limitata. La Valle Peligna, la culla del montepulciano, è una conca situata ai piedi dei massicci della Majella e del Velino-Sirente. Sottozone della denominazione Montepulciano d’Abruzzo sono Terre dei Peligni, con le rese più basse e i vini più eleganti, e Alto Tirino, dove il territorio pedemontano, le forti escursioni termiche e le espasizioni più soleggiate, portano a vini rossi strutturati e di ottimo livello; inoltre, si producono Cerasuolo dotati di buona acidità e deliziosi profumi di frutti di bosco, da provare con salumi saporiti o canapė di storione. L’ultima sottozona è Teate, la più ampia, il cui territorio interessa l’intera provincia di Chieti.

Ai confini con il Molise, la provincia di Chieti è il gigante enoico abruzzese, dove si concentra l’80% della produzione regionale, legata soprattutto alle grandi cooperative che negli ultimi anni stanno cercando di proporre una diversificazione dell’offerta, con la valorizzazione di vitigni tradizionali come pecorino, passerina e cococciola, oltre a merlot, cardonnay e pinot grigio. Infine, sono da segnalare le nuove denominazioni comunali Tulum, con molte tipologie, anche espressioni monovarietali di vitigni locali e internazionali, Ortona, che utilizza trebbiano e montepulciano, e Villamagna, concentrata sul montepulciano.

Vitigni

Oggi l’Abruzzo vanta circa 31.960 ettari di superficie vitata, dei quali circa il 58% si trova prevalentemente sulle colline litoranee, il 38% in quelle interne e solo il 4% nelle zone di montagna. La produzione nel 2013 è stata di circa 2.649.000 ettolitri di vino 37.5% DOP e 11.3% IGP, ottenuti per il 60% da uve a bacca nera.

Il sistema di allevamento prevalente è quello a pergola abruzzese, una forma storica ed espansa rivalutata in questi ultimi anni, ma sono diffusi anche i sistemi a controspalliera e GDC.

Il protagonista indiscusso del vigneto abruzzese è il montepulciano, che occupa oltre il 57% della superficie vitata ed è presente in quasi tutte le denominazioni, declinato nelle versioni rosso e rosato, spumante e passito. Vitigno straordinario e versatile, secondo il sistema di vinificazione utilizzato può dare vini robusti o delicati, di pronta beva o da lungo affinamento. Il colore si presenta con tonalità che scorrono la tavolozza dal rosato al rosso granato, il profumo regala note di spezie, liquirizia, confetture di more, prugne e frutti di bosco, il gusto presenta tannini robusti che determinano la forte struttura, ma che si attenuano negli anni e rendono il vino equilibrato ed elegante.
Le sue origini sono incerte, ma è molto probabile che, partendo dalla Valle Peligna e da Tocco da Casauria, questo vitigno si sia diffuso a macchia d olio in tutta la regione. Il montepulciano ha un figlio prediletto: un vino rosato di nome Cerasuolo d’Abruzzo, da apprezzare in genere entro due anni dalla vendemmia, fresco e sapido, con profumi che ricordano le ciliegie, le marasche e le fragoline di bosco, anche se esistono versioni blasonate più evolute cd eleganti.

In Abruzzo bisogna parlare di trebbiani piuttosto che di uno solo di questi vitigni.
Il trebbiano toscano (19%) e il trebbiano abruzzese in purezza o in diversi uvaggi, rappresentano la base per tutti i vini bianchi della regione.

Il trebbiano abruzzese (12%) è la varietà che insieme al montepulciano ha scritto la storia della vitivinicoltura regionale. Spesso confuso con il bombino bianco, è iscritto dal 1994 nel Catalogo nazionale delle varietà, ma in realtà è molto vicino al biancame, un biotipo del trebbiano toscano. Il trebbiano abruzzese è un vitigno di eccellente vigoria e produttività, matura in ritardo di circa 10 giorni rispetto al trebbiano toscano, ha un grappolo grande e compatto e può dare vini di buona struttura. Aumentando il numero di ceppi per ettaro e utilizzando portainnesti che ne frenano la vigoria, nelle vigne di oltre 20 anni si ottengono grappoli che si trasformeranno in vini eccellenti, con potenzialità di lungo invecchiamento, particolari note di spezie e frutta secca, pietra focaia e fumé.

Negli ultimi dieci anni, trebbiani e montepulciano hanno lasciato un piccolo spazio ad alcuni vitigni autoctoni, la cui riscoperta è iniziata a partire dalla fine degli anni ’80.

Il pecorino, la passerina, la cococciola e il montonico, che insiemerappresentano il 3% della produzione, erano utilizzati solo come complementari del trebbiano, mentre oggi si esprimono bene anche in vini monovarietali, oltre a dare ottimi spumanti metodo Martinotti.

La tesi più simpatica sull’origine del nome del pecorino sembra derivare dalla forma del grappolo, simile a quella della testa di una pecora. Riscoperto dopo l’abbandono causato dalla minore produttività rispetto a quella dei trebbiani, ha subito mostrato le sue potenzialità e, insieme alla passerina, rappresenta il rinnovo varietale abruzzese.
Originario della zona pedemontana appenninica, si sta espandendo in tutta la regione, dove dà grappoli ricchi di zucchero e quindi vini con elevato titolo alcolometrico, ottima struttura, interessante nerbo acido e intriganti note agrumate, vegetali e di frutta esotica.

La cococciola è originaria del Chietino, matura generalmente nella prima decade di ottobre ed è caratterizzata da un’ottima acidità e da spiccati sentori di erba fresca.

Il nome curioso del vitigno passerina sembra derivare dal fatto che i passeri ne beccano golosamente gli acini. Originaria del versante adriatico dell’Italia Centrale e conosciuta anche come campolese nel Teramano, trebbiano scenciato (disordinato) nel Chietino e trebbiano dorato nel Pescarese, si sta diffondendo in arcali diversi dalla sua zona di elezione, il Teramano, dove dá vini con profumi erbacei, minerali e ricchi di freschezza.

Il montonic0 (da non confondere con il mantonico calabrese) è diffuso in un piccolo areale del Teramano. Vitigno con una produttività incostante che ne limita la diffusione, dà vini dotati di buona struttura e decisamente freschi.

Una nota a parte merita il moscatello di Castiglione, riconducibile al moscato bianco.
Questo vitigno è una delle ultime riscoperte enologiche abruzzesi, pur essendo stato impiegato da secoli nella produzione di un vino passito di uso familiare nel comune di Castiglione a Casauria. Il vino, spesso ottenuto anche da mosto cotto, era offerto durante la festività di San Biagio in abbinamento ai taralli, tipiche ciambelle di pasta non molto dolce. Oggi questo vino è un buon Passito, ben equilibrato tra dolcezza e freschezza e con profumi intensi ed eleganti di miele, frutta candita e datteri.

Di seguito troverai alcuni dei Vitigni piu famosi per la regione Abruzzo

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Abruzzo DOC

La DOC “Abruzzo” è nata per tutelare e valorizzare i principali vitigni autoctoni regionali, in particolare Pecorino e Passerina, capaci di soddisfare anche i consumatori […]

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La Terre Tollesi DOC (anche conosciuta come Tullum) è una delle denominazoni meno famose della regione vinicola Abruzzese. La denominazione è stata creata nel luglio 2008 e comprende 15 […]

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Villamagna DOC

La denominazione Villamagna DOC  è relativamente recente, introdotto nel 2011 e include tipologie di vini rossi prodotti con uve Montepulciano coltivate nel comune di Villamagna. […]

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Marramiero

L’azienda Marramiero è un produttore di vini del comune di Rosciano, in provincia di Pescara, nella regione Abruzzo. Nella Guida vini di Impeto diVino vengono […]

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