Originario del Centro Italia, il vitigno Passerina è molto diffuso tra Marche e Abruzzo. Grazie alla sua freschezza, questo bianco risulta il vino perfetto per aperitivi, primi piatti freschi e secondi di pesce. Usato per molto tempo in combinazione con altre uve per donare al vino delle note eleganti, negli ultimi anni questo vitigno è stato riscoperto e investito dell’importanza che merita dopo un lungo periodo di abbandono in favore del Trebbiano, che risulta più prolifico e resistente.

Storia e diffusione geografica
La provenienza del vitigno Passerina è contesa tra le Marche, in cui è estremamente diffusa, e la provincia di Frosinone, unica area in cui prolifera, mentre risulta del tutto assente nel resto del Lazio. Oggi le coltivazioni sono largamente diffuse nelle Marche e in Abruzzo. Nonostante la recente riscoperta, le coltivazioni di Passerina continuano a cedere sempre maggiore superficie coltivata al Trebbiano Toscano, più resistente alle intemperie e con maggiore rendimento.

Caratteristiche ampelografiche della Passerina

Il vitigno Passerina presenta delle caratteristiche ampelografiche molto spiccate: la foglia è di dimensioni medie, pentagonale e pentalombata, il grappolo è conico, piramidale, spargolo e mediamente compatto e le sue ali possono essere inesistenti o arrivare a una. L’acino è sferoidale di dimensioni medie. La buccia è verde-gialla, spessa e consistente.

Caratteristiche degustative del vino Passerina
Il vino Passerina presenta caratteristiche molto riconoscibili. Alla vista, la Passerina è di color giallo paglierino con riflessi dorati. Gli spumanti risultano molto brillanti e la schiuma è fine e persistente; nelle versioni passite il colore tende al giallo oro con sfumature ambrate.
Per quanto riguarda il bouquet, la Passerina è un vino intenso e mediamente complesso. Tra le note estremamente fruttate, si possono riconoscere frutti come mela golden, banana e albicocca, note di gelsomino, sottofondo agrumato e sfumature erbacee.
Nei prodotti passiti e di vendemmia tardiva sono riconoscibili note di datteri e albicocca, oltre a delle delicate sfumature minerali.
Venendo all’assaggio, il vino Passerina è fresco, sapido e morbido, caratterizzato da un buon corpo. Nella parte retro nasale non è difficile individuare note di agrumi ed erbe aromatiche. Negli spumanti è molto netta la sensazione di freschezza e mineralità, mentre per nella versione passita sono presenti ricordi ammandorlati molto spiccati.
Per una degustazione ottimale è bene scegliere il bicchiere adeguato al vino: per le versioni ferme e secche l’ideale è un calice di dimensioni medie a luce adeguatamente ampia, per i passiti è bene scegliere un calice a stelo lungo, mentre gli spumanti richiedono l’uso del flûte.

Denominazioni
Le denominazioni del vino Passerina variano di vitigno in vitigno. In Abruzzo la denominazione IGT è stata assegnata ai vitigni colli Aprutini, colli del Sangro, colline Frentane, colline Pescaresi, colline Teatine, Historium, Terre Aquilane e Terre di Chieti. Mentre il marchio DOC riguarda Abruzzo, Controguerra e Terre Tollesi.
Nella regione delle Marche, i vitigni DOC sono il Falerio e il Terre di Offida, mentre all’Offida è stato assegnato il marchio DOCG e al vitigno Marche la denominazione IGT.
Nel Lazio non sono presenti molti vitigni Passerina, ma Anagni, Colli Cimini, Frusinate e Lazio sono denominati IGT.

Abbinamenti gastronomici
Pur non essendo il più blasonato dei vini, la Passerina è uno dei bianchi più versatili per gli abbinamenti gastronomici. Vivace, leggero e dalla sapidità discreta, questo bianco è perfetto con i secondi di pesce, in particolare le fritture, e i primi piatti a base di pesce, ma non solo. Si tende spesso a pensare che i vini bianchi possano accompagnare esclusivamente piatti di pesce, ma non è una regola aurea: spaghetti alla carbonara, carni bianche, olive ascolane, fritti di carne, lasagne bianche di funghi, antipasti misti e formaggi stagionati si sposano alla perfezione con il vino Passerina, così come i dolci al cucchiaio e le torte a base di frutta secca e fresca.
Per una degustazione eccellente, nella sua versione ferma la Passerina va stappata circa mezz’ora prima del pasto per favorire l’ossigenazione delle possibili note di riduzione derivate dal processo di vinificazione a una temperatura tra i 10° e i 12°; i passiti necessitano, invece, di una temperatura leggermente inferiore, intorno agli 8-10°. Infine, la Passerina spumante predilige temperature basse – intorno ai 6° – per un’esperienza gustativa ottimale.

Curiosità sulla Passerina
Il curioso nome del vino Passerina deriva dai passerotti, molto ghiotti degli acini del vitigno. La vendemmia avviene contestualmente a quella del Trebbiano, con cui spesso il Passerina viene scambiato, durante la seconda decade di Settembre, al limite della vendemmia tardiva.
La sua grande versatilità e il prezzo accessibile rendono questo bianco il vino ideale da portare in dono se si è invitati a pranzo o a cena.