Origine del nome e storia del vitigno
Il Petit Verdot è originario della Francia nella zona del Médoc nell’area più settentrionale della regione. Questo vitigno è utilizzato per produrre il famoso Bordeaux francese seppur in percentuale minore rispetto a quelli principali. Verso la fine degli anni Ottanta furono molti i produttori francesi che abbandonarono la sua coltivazione tanto da dimezzare la superficie vitata presente sul territorio. L’origine del Petit Verdot è misteriosa come avviene molto spesso per la nascita dei vitigni e si presume che possa essere antecedente al Cabernet Sauvignon. La sua prima registrazione risale addirittura nel 1700 e il nome si riferisce alla sua maturazione. Infatti è quando la bacca è piccola e poco matura che l’uva raggiunge la sua resa maggiore. Il Petit Verdot produce uva dalle bacche piccole e nere che spesso, per cause da attribuirsi a fattori climatici, smettono di crescere. La produzione di vini composti unicamente da Petit Verdot è abbastanza scarsa ma si accompagna quasi sempre ad altri vitigni la cui percentuale è maggiore. Ma quando il vino viene prodotto soltanto con uva proveniente da vitigni Petit Verdot si ottengono bottiglie con un’acidità molto buona e dal colore scuro e molto intenso con un gusto inconfondibile grazie ai suoi numerosi aromi.

Zone di coltivazione e denominazioni
Il Petit Verdot a bacca nera è coltivato in diverse regioni italiane. Dal Veneto alla Calabria, dall’Emilia Romagna al Friuli Venezia Giulia, dal Lazio alle Marche, e ancora in Lombardia, Sicilia, Toscana, Puglia, Umbria e Trentino Altro Adige. Sono estese le coltivazioni in Italia di questa sorprendente varietà di uva che annualmente vengono raccolte per produrre pregiati vini regionali. Il massimo della resa di questo vitigno si ottiene da terreni aridi tipici di zone climaticamente calde e soleggiate, continuativamente ventilate e con poche precipitazioni nel momento della maturazione. Ne fanno parte i trentini Mitterberg IGT e Trevenezie IGT, i veneti Colli Trevigiani IGT e Conselvano IGT e anche i pugliesi Murgia IGT e il Valle D’Itria IGT. All’estero è coltivato in Francia, in California e in alcune regioni della Grecia.

Caratteristiche ampelografiche del vitigno
Il vitigno Petit Verdot necessita costantemente di caldo e di avere una buona ventilazione. Le foglie sono di medie dimensioni e pentalobate, la forma tipica della vite. Il grappolo risulta compatto e con una forma conica e possiede al massimo un’ala ma spesso non ne è presente nessuna. Gli acini hanno dimensioni piccole e medie, con una forma sferica e una buccia pruinosa dal colore blu scuro tendente al nero.

Caratteristiche degustative del vino
Per poter degustare nel modo migliore un vino prodotto dal vitigno Petit Verdot è opportuno aprire la bottiglia almeno un’ora prima rispetto a quando verrà consumata. Il bicchiere consigliato è il baloon, o comunque uno di grandi dimensioni e da luce ampia, che faccia diffondere tutti i suoi numerosi profumi. Si possono distinguere gli odori di prugna, ciliegia e mora all’olfatto. In base ai vari percorsi in cantina che possono fare le bottiglie si possono ritrovare anche odori di garofano, cacao e cuoio giovane. Una volta assaggiati i Pinot Verdot più giovani si rivelano freschi e leggermente aspri con tannini teneri ma talvolta invadenti. La persistenza è data da un gusto di more e amarene che può durare anche per lunghi momenti e si possono sentire i tannini più o meno marcatamente.

Abbinamenti tipici consigliati
Il Petit Verdot produce un vino dal gusto intenso che può essere accompagnato a numerosi secondi piatti. Carni rosse, cacciagione, stufati sono perfetti per essere gustati con un buon calice di vino prodotto dal Petit Verdot in modo da esaltare il sapore del cibo e rendere l’esperienza davvero sensoriale. I Petit Verdot più giovani sono ottimi anche come accompagnamento a formaggi e salumi stagionati come può essere la Sopressa Vicentina.