Origini e storia
Il Calabrese rappresenta il re dei vitigni della Sicilia. Nel suo nome non è racchiusa la terra d’origne, appunto Calabria, come si può erroneamente pensare. In realtà, in dialetto siciliano, significa di Avola.
Le fonti scritte preservate fino ad oggi, raccontano dell’esistenza del Calabrese verso la fine del 1500 circa. Dal 1900, invece, inizia ad essere identificato come il ben più noto Nero d’Avola. Fin dall’inizio della sua storia, viene utilizzato come uva da taglio per dare manforte a vigneti più deboli quali piemontesi, toscani e francesi. In seguito la sua eleganza, purezza ed elevata qualità permise la produzione del Nero d’Avola come singolo. Il vitigno Calabrese, conta una coltivazione di circa 12.000 ettari suddivisi nelle zone di Eloro, Pachino e Noto tranne ai piedi dell’Etna. La località per eccellenza, ovviamente, è Avola.
Il vitigno Calabrese prevede un allevamento di tipo a spalliera e ad alberello, tipico della tradizione Greca tra il VIII e VII secolo a.C.. Al fine di ottenere un’ottima crescita, il Nero d’Avola predilige un clima asciutto ed un terreno piuttosto povero principalmente montuoso o collinare.
Tale vitigno, offre differenti risultati nella produzione da nord a sud. Nel primo caso, c’è la prevalenza di vini fruttati e dolci al gusto. Nel secondo caso invece, una forte tendenza più particolare dalle sfumature di spezie e fiori secchi. Nello specifico si parla delle denominazioni di origine controllata Noto DOC, Eloro DOC, Alcamo DOC, Contea di Sclafani DOC, Contessa Entellina DOC, Faro DOC e Fontanarossa di Cerda IGT. Inoltre, dall’unione con il Frappato, nasce il Cerasuolo di Vittoria DOCG tipico della zona tra Ragusa e Gela. Molto spesso viene unito al Merolt, Syrah e Cabernet sauvignon.

Caratteristiche ampeleografiche
Per quanto riguarda le caratteristiche ampellografiche del vitigno Calabrese, la sua foglia si presenta alla vista grande ed Orbicolare. Il grappolo, medio e compatto, si divide in 1 o 2 ali costituiti da acini di media dimensione ellissoidale dalla buccia blu-nera.

Caratteristiche degustative
Il Calabrese risulta morbido all’olfatto, presentando note decise di prugna, ciliegie e frutti di bosco. Inoltre risaltano sentori che uniscono terra e mare quali liquirizia, rabarbaro, iodio, muschio e pino. Al palato, dona finezza ed armonia dai tannini fini e dal sapore caldo e moderato. Intensità e profondità sono racchiuse in questo pregiato vino dal colore rosso rubino intenso, grazie alla maturazione sotto il sole deciso delle terre siciliane.

Abbinamenti
Per quanto riguarda degustazione ed abbinamenti, il Calabrese segue dei dettami ben precisi in modo da gustare appieno ogni singola sfumatura di piacere. Per prima cosa va stappato un’ora prima della degustazione, versandolo in un decanter. In seguito va servito in un bicchiere strutturato, a luce ampia o baloon, intorno ai 16° – 18°. Dato il suo forte carattere, è ottimo per accompagnare pietanze dal sapore deciso. Ad esempio è consigliato per l’abbinamento a carni alla brace e formaggi stagionati. La sua alta versatilità, lo rende un perfetto compagno per la degustazioni di piatti a base di funghi ed asparagi di bosco. Inoltre alcune versioni più strutturate del vitigno Calabrese, sono da considerare anche per cene a base di selvaggina o carni molto elaborate.