La denominazione Mamertino di Milazzo DOC si trova nella Sicilia nord-orientale e prende il nome dalla città di Milazzo e dalla penisola di Capo di Milazzo, che si protende nel Mar Tirreno. Creata nel settembre 2004, la denominazione si riferisce ad un vino legato all’antichità classica, ma che con la denominazione trova oggi un nome legalmente protetto, condizioni di produzione formalizzate e una regione di provenienza ben definita. Si sarebbe portati a pensare che il Capo di Milazzo, o almeno la città di Milazzo, rappresentasse il centro geografico della denominazione Mamertino di Milazzo DOC. In realtà l’area del promontorio è riservata agli ulivi e ai turisti che passano il pomeriggio al mare in attesa del suggestivo tramonto. La maggior parte dei vigneti DOC si trova nei 31 comuni adiacenti a Milazzo, tutti in provincia di Messina. Il nome Mamertino deriva dai Mamertini, antico popolo di quella che oggi è la provincia di Messina. I Mamertini arrivarono in Sicilia dalla Campania nel 310 aC circa. Erano un popolo di mercenari pagati da Agatocle, il re tiranno di Siracusa. Il loro nome fa riferimento a Mamers, antico dio della fertilità, in seguito adottato dai Romani che lo chiamarono Marte, il dio della guerra. Nel 310 aC le forze di Agatocle, aiutate dai Mamertini, irruppero e occuparono la città di Messina. La città fu ripresa dai Cartaginesi cinque anni dopo, ma nel frattempo molti Mamertini si erano stabiliti nella Sicilia nord-orientale. Qui ad un certo punto scoprirono il potenziale viticolo della Sicilia nord-orientale e così il vino Mamertino divenne molto apprezzato, non solo da scrittori come Plinio il Vecchio (23-79 dC) e Strabone (63 aC-24 dC), ma anche dallo stesso imperatore romano Giulio Cesare (100-44 aC). Il vino Mamertino dei giorni nostri si presenta in diverse tipologie: ci sono i vini rosso e bianco di base, con le relative riserve invecchiate in botte, e le tipologie Nero d’Avola e Grillo in purezza. I vini della Mamertino di Milazzo DOC hanno tutti uno stile tradizionale, molto “siciliano” e sono ottenuti dalle quattro delle varietà più caratteristiche dell’isola: il Nero d’Avola e il Catarratto per i rossi, il Grillo e l’Inzolia (Ansonica) per i bianchi. Si ritiene che il Nero d’Avola sia originario della città di Avola, proprio lungo la costa orientale della Sicilia, nei pressi di Siracusa. Stranamente, le due DOC locali (Moscato di Noto DOC e Siracusa DOC) non comprendono tipologie basate su questo vitigno. Ancora più ironicamente, il nome ufficiale del Nero d’Avola è Calabrese, in virtù della sua antica provenienza geografica.