Origini e diffusione geografica
Originario della Spagna e probabilmente importato intorno alla fine dell’Ottocento in Italia dai pellegrini di ritorno dal Cammino di Santiago, il vitigno Ciliegiolo è diventato nel tempo autoctono in Toscana e si è ampiamente diffuso nel Centro Italia  ovvero Liguria, Lazio, Abruzzo e Marche. Il Ciliegiolo è un vitigno a bacca scura impiegato principalmente nel taglio di vini poco alcolici e, in particolare, del Sangiovese, a cui dona un ottimo sostegno. La presenza del Ciliegiolo aumenta il tasso alcolico dei vini che sostiene, ne favorisce l’invecchiamento e dona dolcezza.

La coltivazione del Ciliegiolo nel tempo
La coltivazione di questo vitigno ha subito molte oscillazioni nel corso del tempo: impiegato inizialmente solo come supporto ad altri vini, sta godendo recentemente di una buona riscoperta grazie alle sue peculiarità di calore e sapore speziato che lo rendono perfetto per accompagnare i pasti a base proteica tutto l’anno.

Aspetti colturali e produttività
Per offrire il meglio di sé, il vitigno Ciliegiolo predilige la coltivazione collinare, specie se caratterizzate da un clima caldo e asciutto. La maturazione è piuttosto precoce ed è preferibile vendemmiare verso la metà di settembre, possibilmente nelle prime ore del mattino per garantire la freschezza dell’uva. Il vitigno gode di una produttività regolare ed elevata.

Caratteristiche ampelografiche
Le caratteristiche ampelografiche del vitigno Ciliegiolo sono molto interessanti. La foglia si può presentare media o grande, di forma pentagonale, trilobata o pentalobata, il grappolo può essere cilindrico o piramidale, è di dimensione media e presenta una compattezza media e presenta una sola ala, l’acino è sferoidale, di dimensione media o grande. La buccia, di colore blu-nero, è di spessore medio.

Caratteristiche gustative
Il vino Ciliegiolo presenta delle caratteristiche gustative interessanti e particolarmente apprezzate da chi nutre una forte passione per la degustazione. Alla vista, il Ciliegiolo è di un bel color rosso rubino e presenta delle piacevoli sfumature violacee. Nel bouquet si riconoscono facilmente note di frutti rossi, in particolare la ciliegia, mora di gelso, prugna e pepe bianco. La nota di ciliegia si ritrova nell’assaggio, a cui il Ciliegiolo risulta caldo, secco, morbido, strutturato e avvolgente, dotato di buona tannicità.

Denominazioni
Il Ciliegiolo è estremamente diffuso in Italia, in particolare nelle aree collinari centrali, e ogni vitigno ha la sua denominazione.
La Toscana è la prima regione italiana per vastità delle coltivazioni. La denominazione DOC è stata assegnata a Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo, Montecucco e Sovana. I vini Colli della Toscana, Montecastelli e Val Di Magra vantano la denominazione IGT, mentre le coltivazioni di Valdarno di Sopra a Pietraviva e Pratomagno rientrano nella sottozona DOC. La denominazione IGT abruzzezse è stata attribuita a Colli Aprutini, Colli del Sangro, Colline Frentane, Colline Pescaresi, Colline Teatine, Histonium, Terre Aquilane, Terre di Chieti. In Umbria sono presenti le denominazioni DOC Amelia, Colli del Trasimeno e Rosso Orvietano, mentre la Campania può vantare la denominazione IGT del Roccamorfina e del Terre del Volturno. Le coltivazioni marchigiane godono della denominazione IGT Marche e DOC per il Colli Maceratesi e il San Ginesio. Nel Lazio si trovano denominazioni DOC del Vignanello e del Genazzano e gli IGT Colli Cimini e Lazio. Grazie al clima caldo e asciutto, in Liguria ci sono moltissimi vitigni di Ciliegiolo fra cui denominazioni DOC Colline di Levanto, Golfo del Tigullio-Portofino, Val Polcevera e la Sottozona DOC Val Polcevera, nella sottozona Coronata. Le denominazioni IGT comprendono Liguria di Levante. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna le denominazioni DOC sono Colli di Faenza, Colli di Rimini, mente le IGT Forlì, Ravenna,Rubicone. Infine, Puglia e Basilicata vantano rispettivamente le denominazioni Puglia IGT e Basilicata IGT.

Abbinamenti e temperatura ideale del Ciliegiolo
Grazie al suo corpo caldo e strutturato, il Ciliegiolo si abbina perfettamente con sughi di carne, arrosti e salumi in inverno e a carne alla brace e selvaggina durante la stagione calda. Gli amanti degli abbinamenti più audaci possono accostarlo senza brutte sorprese anche a portate di pesce e a molluschi importanti come le lumache. La temperatura ideale il servizio è tra i 16 e i 18 gradi.