Origine del nome
Il vitigno Nebbiolo è uno dei vitigni più pregiati esistenti nella regione Piemonte, in Italia. L’origine del suo nome deriva da nebbia, perché spesso, i suoi acini, rotondi, grigio e azzurri, particolarmente piccoli, paiono rivestiti da una leggera nebbia. Il Nebbiolo presenta una maturazione decisamente tardiva delle uve, e questo fatto non fa altro che richiamare il nome del vitigno. Spesso infatti, i viticoltori si ritrovano a vendemmiare nei campi già coperti dalle nebbie autunnali, fenomeni normalissimi in Piemonte durante tale stagione.
Storia del vitigno Nebbiolo
Il vitigno Nebbiolo ha una storia importante, tanto quanto il valore di questo pregiato vino. Si hanno notizie già dal 1268, quando si sa con certezza che sulle colline torinesi, veniva coltivato tale vino. Tuttavia, è solo sulle colline piemontesi delle Langhe e del Roero, in provincia di Cuneo, che il Nebbiolo può trovare l’habitat ideale. Alcune testimonianze storiche rivelano che fino al 1800, il Nebbiolo dava origine a dei vini dolci, per nulla vicini a quanto si può assaporare al giorno d’oggi. Questo era a causa delle temperature talmente basse che ne impedivano la corretta fermentazione. Infatti, l’alto grado zuccherino che presentava non permetteva di completare con spontaneità la fermentazione alcolica. Quindi, oltre ad essere un vino dolce, non era apprezzato a tal punto da poter essere commercializzato verso il mercato europeo e verso le corti dei nobili. Dopo il 1800, la Marchesa di Barolo, Giulietta Faletti, aiutata da Camillo Benso Conte di Cavour, chiamò presso la sua tenuta un note enologo francese che finalmente intraprese degli studi e degli approfondimenti su tale vitigno. E fu così che il Nebbiolo cambio e poté esprimere al massimo il suo carattere deciso e intenso. Il 1887 fu una data fondamentale per il Nebbiolo perché, grazie al comune di Alba, viene acquistato un podere (Ampelion) in grado di valorizzare il vitigno Nebbiolo. Di conseguenza, anche se il Nebbiolo era già ampiamente conosciuto e utilizzato in passato, è un vitigno la cui conoscenza genetica ad ampio spettro è chiaramente recente.Geografia del vitigno Nebbiolo
Il vitigno Nebbiolo trova la sua collocazione nelle colline delle Langhe e del Roero, nel Piemonte nella provincia di Cuneo. Il Nebbiolo è un vitigno assai difficile da coltivare tanto che nel mondo si stima ci siano 5.500 ettari coltivati di Nebbiolo di cui oltre 4000 tutti nei comuni delle Langhe e del Roero. Le colline su cui sorge sono ripide, dotate di terreni poveri ma altrettanto ricchi di sali minerali quali calcio, zinco, potassio, magnesio e ferro. Devono avere un’esposizione al sole costante. Pertanto, sabbia e calcare, ciò di cui sono costituite le marne arenarie delle Langhe, permettono al Nebbiolo di esprimersi al meglio. Il territorio delle Langhe e del Roero è attraversato dal fiume Tanaro, dividendo in maniera netta le due zone da cui nascono alcuni dei vini più pregiati al mondo. Il vitigno Nebbiolo coltivato nelle Langhe, quindi nel comune di Alba e di 24 comuni adiacenti di cui si trovano Canale e Montà a nord, Pocapaglia, Baldissero d’Alba, Bra situati a ovest; Novello, Monchiero, Monforte d’Alba e Roddino all’estremo sud e infine Govone, Guarene, Treiso e Alba ad est, danno origine al vino Nebbiolo d’Alba DOC. Qui il terreno è più compatto e argilloso. Al contrario, nel territorio del Roero, il suolo è meno calcareo e più sabbioso. Questo ovviamente cambia le caratteristiche del vino prodotto. In soli 11 comuni posti nel cuore delle Langhe, viene prodotto il Barolo, utilizzando le uve del Nebbiolo in purezza. Al contrario, nei soli comuni di Alba, Barbaresco, Treiso e Neive nasce il Barbaresco, ottenuto dalle uve Nebbiolo in purezza. Nella zona del Roero invece, nascono vini di alta qualità, sebbene non strutturati a tal punto come quelli della zona delle Langhe. Il Roero DOCG è uno di questi, nato su colline più impervie. La zona delle Langhe e del Roero è il territorio di maggiore produzione del Nebbiolo. Tuttavia si ricorda anche una leggera produzione nelle zone di Novara e dintorni, vercellese e Valle d’Aosta.Denominazioni
I vini ricavati in purezza dal vitigno Nebbiolo sono il Nebbiolo d’Alba DOC (DOC arrivata nel 1970), il Barolo DOCG, il Barbaresco DOCGLanghe Nebbiolo DOC, Roero DOCG e il Carema DOC. Al momento attuale esiste un rigido disciplinare che riguarda la zona di produzione delle uve e le norme per la viticoltura.

Informazioni e curiosità
Il germogliamento si ha nei primi dieci giorni di aprile. La successiva fioritura, a giugno. L’invaiaitura nella seconda decade di agosto e infine la maturazione avviene lenta poiché si arriva a Novembre, vendemmiando tra le nebbie autunnali piemontesi.
Sicuramente il vitigno Nebbiolo è vulnerabile alle gelate primaverili e ha necessità di attenzioni, sia in vigna e sia successivamente in cantina.
Il vitigno Nebbiolo ha bisogno di essere invecchiato. Per 12 mesi viene affinato nelle botti e successivamente in bottiglia.

Caratteristiche ampelografiche
La foglia è media, di forma trilobata e pentagonale, il grappolo può variare da compatto a mediamente compatto, l’acino è di dimensione medio-piccola. Di colore bluastro, ha la buccia scura, consistente e pruinosa.

Caratteristiche degustative del vino
I vini realizzati con il vitigno Nebbiolo in purezza presentano alla vista un colore rosso, decisamente rubino e quasi trasparente. Tuttavia, bisogna tenere in conto che più il vino invecchia, e più il colore tende al mattone e granato. La sensazione olfattiva è complessa ma elegante. Prevale spesso una sensazione di sottobosco, foglie, tabacco e a volte accenni di lampone, spezie e ciliegie sotto spirito. Al gusto il Nebbiolo regala esperienze differenti in base all’invecchiamento. Sicuramente prevalgono i tannini e l’aspetto balsamico con un affinamento prolungato anche 15 anni.

Abbinamenti consigliati
Sicuramente a tavola è da accompagnare con piatti decisi di carne come brasati e arrosti. Perfetto anche per la selvaggina e primi piatti cucinati con ragù e condimenti gustosi. Consigliato anche con un bel tagliere di formaggi piemontesi.