Barolo DOCG

1) Cenni Storici della denominazione Barolo DOCG

La storia e l’economia delle Langhe sono state segnate dal percorso intrapreso dal vitigno Nebbiolo (l’unico utilizzabile al 100% per la produzione del Barolo, con le diverse sottovarietà: Lampia, Michet e Rosè), coltivato in zone uniche, nel tempo divenute veri must e fiori all’occhiello, nonché simbolo di orgoglio e vanto che ogni anno i quasi 800 produttori mostrano al panorama vinicolo mondiale.

Nel 1600 l’uva Nebbiolo era già apprezzata e consumata dai nobili e dai Reali di Casa Savoia, ma è grazie al contributo del Conte Camillo Benso di Cavour e alla sua chiamata all’enologo francese Alexandre-Pierre Odart, che i processi di produzione migliorarono, portando alla creazione del “Re dei vini”, che da quel momento vide iniziare la propria scalata al successo e alla conquista dei palati più sopraffini del mondo.

I primi riconoscimenti arrivarono a partire dal 1873, con ben 7 medaglie d’oro vinte al concorso di Vienna, che confermarono che il Barolo era un vino adatto all’invecchiamento. Da allora il successo non si è mai fermato e oggi il Barolo si presenta come un vino di sicura presenza sulle nostre tavole, un invito al concedersi un momento di estasi, un viaggio dalle dinamiche evolutive che solo il tempo è capace di trasformare in importante ed esclusivo, un vino da aprire nelle ricorrenze più significative.

Dopo il periodo di stagnazione causato dall’arrivo della fillossera e dal susseguirsi delle guerre per il predominio dell’Europa ad opera dei francesi, la zona di origine del Barolo venne delimitata per la prima volta nel 1909 dal Comitato Agrario di Alba. Un altro passo di svolta avvenne nel 1933, quando il Barolo fu riconosciuto come “vino tipico di pregio” e l’anno successivo, quando, il 30 giugno venne fondato il Consorzio dei vini tipici di Barolo e Barbaresco. L’ultimo suggello arrivò nel 1966, con il riconoscimento della DOC, a conferma che a rendere importante il Barolo era ed è la sua struttura che esprime un bouquet complesso e avvolgente, in grado di svilupparsi nel tempo senza perdere le sue caratteristiche organolettiche.

2) Area di Produzione della denominazione Barolo DOCG

Il Barolo nasce nelle langhe, termine che secondo alcuni studiosi deriverebbe da “Langues” che non sono altro che delle lingue di terra che si estendono in un vivace gioco di profili, modulati dal mutare delle stagioni. La zona di produzione del Barolo si estende in un territorio di circa 2000 ettari e conta una produzione di 10.160.000 bottiglie/anno (dato al 30 novembre 2019). I comuni dove viene prodotto sono Barolo, La Morra, Monforte, Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto, Novello, Grinzane Cavour, Verduno, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi sono invece interessati solo con porzioni dei loro territori.

La Zona di Produzione del Vino DOCG Barolo è localizzata in:

  • provincia di Cuneo e comprende il territorio dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e, in parte, il territorio dei comuni di Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi.

3) Tipologie di Vino della denominazione Barolo DOCG

  1. Barolo 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 13%

    Vino Rosso dal colore rosso granato, odore intenso e caratteristico, dal sapore asciutto, pieno e armonico.
    Abbinamenti: Arrosti, Brasato, Fonduta con tartufi, Parmigiano reggiano.

    Composizione:

  2. Barolo Riserva 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 13%

    Vino Rosso Invecchiato dal colore rosso granato, odore intenso e caratteristico, dal sapore asciutto, pieno e armonico.
    Abbinamenti: Arrosti, Brasato, Fonduta con tartufi, Parmigiano reggiano.

    Composizione:

  3. Barolo Chinato 

    Versione: Dolce
    Tasso Alcolometrico: 16%

    La denominazione “Barolo Chinato” è consentita per i vini aromatizzati preparati utilizzando come base vino Barolo senza aggiunta di mosti o vini non aventi diritto a tale denominazione e con una aromatizzazione tale da consentire il riferimento nella denominazione alla china.
    Abbinamenti: Lepre in dolceforte, Pere cotte alle spezie, Torta alle pere e cioccolato, Castagnaccio, Cioccolato fondente.

    Composizione:

4) Caratteristiche Organolettiche Barolo DOCG

Il Barolo presenta un colore granato pieno e intenso che dopo qualche anno sfuma in riflessi aranciati. Al naso libera intensi accenti di viola, spezie, liquirizia, frutta matura, cuoio, tabacco e minerali, con assaggio intenso e sontuoso, segnato da un tannino regale e avvolgente, con lunga persistenza.

5) Abbinamenti Culinari della denominazione Barolo DOCG

Piatti a base di selvaggina (fagiano e lepre), arrosti di carne, formaggi piccanti, piatti a base di tartufo.

6) Disciplinare della denominazione Barolo DOCG

Dallo stretto legame fra le caratteristiche intrinseche del vino e i gusti nobiliari del XIX secolo è nato il detto “il re dei vini, il vino dei re”.  I vini appartenenti alla denominazione Barolo DOCG comprendono le tipologie Barolo e Barolo Riserva coltivato secondo i metodi tradizionali ovvero con potatura a Guyot e forma di allevamento a spalliera. Il disciplinare prevede un periodo di affinamento rispettivamente di 38 mesi, di cui 18 in legno, per la versione base e di 62 mesi, di cui sempre 18 in legno per la versione riserva.

L’ultimo importante lavoro a favore del Barolo è stata la delimitazione e l’ufficializzazione nel Disciplinare delle Menzioni Geografiche Aggiuntive avvenuto nel 2010.

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