I migliori vini sardi sotto i 15 euro

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Visitare la Sardegna significa immergersi in una dimensione enogastronomica unica nel suo genere, caratterizzata da eccezionali piatti tipici ma soprattutto da una tradizione vitivinicola che ha pochi rivali in Italia. Monovitigni autoctoni, vini dolci, latitudine bassa e terreni granitici, queste le caratteristiche principali che permettono la produzione dei migliori vini sardi.

Sorseggiando uno di questi prodotti, esportati in tutto il mondo per le loro caratteristiche peculiari, vi sentirete trasportati in una dimensione quasi ancestrale, che prevede un maggiore contatto con la terra e con il territorio.
Quella della produzione del vino è un’usanza molto radicata e antica, che affonda le sue radici in un passato remoto e decisamente suggestivo.

Le tecniche di coltivazione uniscono elementi classici e moderni, mantenendo procedure sempre valide e utilizzando macchinari di ultima generazione per ottenere una resa migliore e decisamente più rapida.
È infatti molto importante collocare questa ricchezza all’interno di un contesto temporale e geografico definito, così da apprezzarne le caratteristiche all’interno del suo percorso nelle varie epoche.

La storia del vino sardo dalle origini ai giorni nostri

Essendo una regione dalla storia antichissima, è possibile trovare i primi cenni storici al vino sardo già nell’età del bronzo o nuragica, quando sono state rinvenute le tracce di vitigni discretamente organizzati dal punto di vista produttivo, disseminati soprattutto nell’area di Alghero.
Tuttavia, sarà necessario arrivare alle prime civiltà più strutturate, come ad esempio quella dei fenici, che apportarono una serie di innovazioni uniche per il periodo.
Nel II secolo d.C erano già esistenti dei veri e propri laboratori dove veniva realizzata un’embrionale produzione di vino, distinguendo alcune delle fasi principali della sua creazione.

Non abbiamo tuttavia ancora testimonianze chiare relative alla tipologia di viti coltivate, che giungono a noi solo con l’avvento del popolo bizantino che, oltre a una ferrea dominazione, portò con se anche la Malvasia.

Si tratta di un primo esempio di quella che oggi viene chiamata Malvasia di Bosa, che comprende una vasta produzione collocata nella parte occidentale, che genera ogni anno vini bianchi di grande qualità, dal sapore dolce.
Il colore del prodotto è giallo paglierino e il sapore molto floreale, con sentori di legno, frutta secca e note addirittura balsamiche. Attualmente il suo costo si aggira ben al di sotto dei 15 euro e la varante cagliaritana viene profondamente apprezzata non solo in Italia, ma in tutto il resto del mondo.

Nel corso del medioevo il territorio viene organizzato meglio dal punto di vista funzionale e, vista la redditività dei vigneti, anche questo ambito viene disciplinato con maggiore cura.
All’interno dei monasteri vengono impiantati nuovi vigneti e soprattutto viene divulgata la carta de Logu da Eleonora D’Arborea, un regolamento scritto che regolava al meglio la realizzazione del vino locale.

La dominazione spagnola

Il periodo successivo fu caratterizzato da una lunga e radicata dominazione da parte della Spagna, che importò sul territorio non solo parte della propria legislazione e degli usi, ma anche alcune varietà di vino.
Parliamo in particolar modo del Cannonau, che si diffuse nella regione attorno al XV secolo, diventando nel tempo uno dei migliori prodotti locali esportati nel mondo. Chiamato Granache in Spagna e Tai Rosso nella regione Veneto, si divide oggi in Capo Ferrato e Jerzu, a seconda se provenga dalla provincia di Cagliari o d’Ogliastra.

Questa tipologia di vino rosso, nota in tutto il mondo e fortemente apprezzata assieme a pietanze come la carne, si caratterizza per un gusto intenso e persistente ma da note non troppo acide. Al naso si percepiscono sentori di aromi di liquirizia, caffè e rabarbaro.
La gradazione alcolica è piuttosto elevata ma ne vale la pena, poiché si tratta di un vino di qualità, invecchiato all’interno della botte per anni e che presenta un costo contenuto nonostante il suo immenso valore.

Nel corso del tempo la produzione si è notevolmente ampliata e nel corso dell’800 erano presenti ben 80.000 ettari di vigneti disseminati su tutto il territorio.
Purtroppo parte di essi sono andati persi a causa della Filossera, un parassita in grado di distruggere la maggior parte delle piante erbacee e legnose, anche se oggi è possibile arginare meglio il fenomeno grazie alle tecniche più moderne di salvaguardia delle piante, soprattutto quelle così preziose per il territorio a livello economico.

migliori vini sardi sotto i 15 euro rappresentati senza etichetta

I migliori vini sardi sotto i 15 euro e le zone di coltivazione

Uno dei migliori vini sotto i 15 euro è il Cannonau di Sardegna Kuentu Riserva 2015 prodotto dall’azienda Poderi Atha Ruja. Il vino si presenta di un colore rosso rubino che vira al granato. Al naso si presenta con intensi profumi di confettura di more e mirtilli, oltre che a profumi terziari di tababbo, pepe, vaniglia e anice stellato. Sorso pieno e tannino setoso rendono il vino morbido e di ottima bevibilità.

Sono numerose le coltivazioni di vino all’interno della regione, ognuna caratterizzata da peculiarità che rendono il prodotto unico al mondo.

Una varietà a bacca rossa che viene coltivata prevalentemente nella zona del sud, lato occidentale, e precisamente nel territorio di Sulcis è il Carignano.
Parliamo di vitigni poco ampi, che occupano solo il 7% del territorio, ma che si ricordano propri per la rarità di un’uva così intensa e allo stesso tempo poco invadente. Probabilmente importato all’epoca dei Fenici in un territorio ricco di miniere.
Una seconda ipotesi colloca la sua origine in Spagna all’epoca degli Aragonesi, poiché ancora oggi è largamente diffuso nella zona e in Francia, pur assumendo una denominazione differente.

Fra i migliori vini sardi sotto i 15 euro, è possibile degustare il Carignano del Sulcis Buio 2019 della cantina Mesa. Il colore è un rosso rubino vivace, al naso si esprime con frutti rossi mature ed erba della macchi mediterranea. Al gusto si esprime con tannini decisi ma non aggressivi ed una elegante sapidità che si accompagna perfettamente ai secondi di carne e alle verdure.
Il gusto secco e il sapore pieno lo fanno divenire uno dei vini più interessanti dell’intera isola.

Il vitigno principe, coltivato in riva al mare, è il vermentino, che in Sardegna trova la sua massima espressione sia nella forma della sua denominazione regionale quale Vermentino di Sardegna che nella forma più limitata e di qualità superiore del Vermentino di Gallura DOCG.
La sua attribuzione è piuttosto vaga, poiché alcuni lo collocano ancora una volta in Spagna, visti i collegamenti intensi a partire dall’anno mille, altri in Liguria e in toscana, altri ancora addirittura in Corsica, terra adiacente dalla quale sarebbe poi sceso facilmente nel nord della Sardegna.

Attualmente sono dispiegati sul territorio ben 4200 ettari su terreni granitici che danno luogo a produzioni dalle sfumature differenti, che tuttavia presentano le medesime caratteristiche di base che rendono questa varietà una delle più apprezzate al mondo. Uno dei migliori vini sotto i 15 euro è il vermentino di Sardegna Camminera 2018 prodotto dall’azienda Audarya. Il vino si presenta giallo paglierino, all’olfatto toni agrumati di mandarino, cedro, limone e pesca bianca. Al gusto è sapido, marcato da vivace freschezza.

L’ excursus dei migliori vini sardi prosegue nella pianura del campidano, fossa tettonica dove viene coltivato un vitigno autoctono ovvero il Semidano con la sua denominazione Semidano di Sardegna. Il vitigno presenta sentori di albicocca e pesca facilmente riconoscibili anche nel Semidano Anastasia 2020 prodotto dall’azienda cantina di Mogoro. Vino dalla delicata acidità e dalla buona persistenza.

A occidente è presente la denominazione Alghero DOC, dove si trovano una pluralità di vitigni e tipologie di vino. Comprende quindi non solo il Vermentino che abbiamo già raccontato, ma anche il Torbato, il Sauvignon e lo Chardonnay se ci riferiamo ai bianchi, e il noto Sangiovese, il Cagnulari, Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc tra le varianti rosse.

Ogni tipologia presenta le proprie peculiari caratteristiche, poiché i rossi possono essere sia fermi che frizzanti, così come le varianti bianche.
Questa interessante produzione comprende anche un rosso dalle note liquorose e un bianco passito. In particolare il Torbato che presenta 90 ettari di territorio coltivato, è uno dei più noti e apprezzati per la sua grande caratteristica di invecchiamento e la sua eleganza che porta alla creazione anche di ottimi spumanti.

Fra i migliori vini sardi sotto i 15 euro è presente il torbato Brut Centogemme dell’azienda Poderi Parpinello. In degustazione è possibile avvertire aromi di pera e mela che donano un sorso pieno e intenso con le sue bollicine di grana fine ed un retrogusto fruttato molto delicato che può essere accompagnato ai primi e ai secondi di pesce più noti nella zona.

La guida a i migliori vini sardi sotto i 15 euro si conclude con una vite di origine antichissima: la vernaccia di oristano.
L’attribuzione è stata possibile grazie al ritrovamento di alcuni reperti antichissimi, che si collocano nell’omonimo territorio di Oristano e sembrano risalire addirittura ai fenici.
La vernaccia si produce all’interno di botti in castagno, che non vengono riempite del tutto per favorire la circolazione dell’ossigeno e permettere alla bevanda di assumere le sue naturali caratteristiche.

In commercio è possibile trovare sia la versione secca, interessante per accompagnare pasti a base di carne e pesce, sia in quella liquorosa, che si sposa con biscotti e altri dolci tipici al termine del pranzo o della cena.

Uno dei migliori vini è Tzinnigas 2019 dell’azienda Famiglia Orro. Dal colore giallo paglierino intenso con nuance vegetali affiancate da melone giallo, ginestra e sentori minerali. Gusto di media struttura con una buona spalla acida che chiude con una scia di sapidità e finale amaricante. Lo Tzinnigas è perfetto con un risotto con arselle e fiori di zucca.

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