La strada del vino dell’Alto Adige percorre parallelamente la Valle dell’Adige e, partendo da Nalles, raggiunge la città di Bolzano, prosegue a sud fino a Cortina e arriva vicino Salorno. In tedesco viene chiamata Südtiroler Weinstraβe e tocca sedici comuni altoatesini per un percorso lungo circa settanta chilometri.
Nel 1964 sette comuni della Strada del Vino del’Alto Adige si unirono in comitato per svolgere attività mirate alla promozione di quest’area vinicola. Dal 2001 nacque una vera e propria Associazione (Associazione Strada del Vino dell’Alto Adige) a cui si aggiunsero altri nove comuni. Insieme alle Associazioni Turistiche della zona, alle settanta cantine sociali e alla Comunità Comprensoriale Oltreadige-Bassa Atesina, l’Associzione Strada del vino dell’Alto Adige si pone l’obiettivo di promuovere l’offerta dei prodotti tipici di questo lembo d’Italia e di esaltare il vino, mirando a farlo scoprire, vivere e gustare.
I trecento giorni di sole all’anno e il clima temperato rendono l’Alto Adige meta privilegiata di tantissimi visitatori e una terra ideale per la la viticoltura.
La Strada del vino dell’Alto Adige ha una topografia di 4.249 ettari che ricorda un mosaico. Inoltre, l’altitudine variabile tra i 200 e i 1000 metri di quota permette la crescita di diverse varietà di viti da cui nascono gli apprezzatissimi Lagrein, Vernatsch, Gewürztraminer, Pinot Bianco e Pinot Nero.
Si può affermare certamente che i sapori enogastronomici arricchiscano ancor di più questo territorio affascinante che si apre su impetuose vette, dolci pendii e vallate.
La storia del territorio
La viticoltura di questo territorio è figlia di un’antica tradizione. Con una perfetta sintonia tra natura e moderne tecniche di vinificazione, il vino arricchisce ulteriormente la gastronomia di questa terra. Per non parlare, poi, del meraviglioso paesaggio plasmato da distese di vigneti che ne influenzano anche l’architettura.
Il vino dell’Alto Adige era già amato dai Romani, dagli Asburgici e anche da monaci e poeti. La testimonianza di questo è data dal ritrovamento di cesoie da vite e mestoli da botte che risalgono al V secolo a.C. Proprio da questa terra gli antichi Romani impararono la conservazione del vino all’interno di botti in legno. Loro che, sotto l’impero di Augusto, utilizzavano ancora anfore di argilla e otri di cuoio.
Più tardi – nel XVIII secolo – più monasteri svevi e bavaresi acquistarono delle tenute viticole per soddisfare il fabbisogno di vino. Nel XIII secolo, poi, il Traminer e il Potzner furono i primi vini dell’Alto Adige che presero il nome dei loro paesi di riferimento (Termeno e Bolzano). Per non parlare, invece, di quanto questi vini furono amati anche da poeti e pittori: Oswald von Wolkenstein li riporta in una sua nota poesia, mentre la cattedrale di Bressanone li custodisce tra le pennellate di un suo affresco.
La svolta più importante arriverà, però, sotto la monarchia austroungarica. In questo periodo, infatti, cominciarono ad essere piantate anche le viti da cui nasce il Riesling e i vitigni di Borgogna.
Arrivando a tempi più recenti possiamo affermare come, a partire dagli anni Ottanta, la tradizione vitivinicola altoatesina ha visto un boom inarrestabile. Contraddistinti da una qualità sopra le righe, da un’ampia selezione dei vigneti e dall’adozione di tecniche di coltivazione e di vinificazione sempre più d’avanguardia, ad oggi il 98,8% della superficie coltivata a viti della terra altoatesina è tutelata dal marchio DOC.
Terreni e vitigni autoctoni
I vigneti altoatesini crescono in terrenti tutti diversi tra loro. Per questo motivo si ottengono altrettanti vini differenti. Ad esempio la varietà di vite autoctona del Lagrein cresce in terreni sabbiosi o ghiaiosi e, invece, la vite locale da cui si ottiene il Traminer predilige terreni molto calcarei e argillosi.
Lungo tutta la Strada del Vino, poi, si incontrano i terreni unici, sassosi e calcarei dolomitici che si diffondono soprattutto nella parte più a sud del territorio. Questi hanno origine dal massiccio montuoso delle Dolomiti la cui maestosità gli ha conferito il titolo di patrimonio universale UNESCO.
I principali vitigni autoctoni di questa zona sono il Vernatsch (schiava) e il Lagrein. Il primo risale al XI secolo ed è quello più diffuso nel territorio della Strada del Vino e da vita al famosissimo Kalterersee. Questo vino è caratterizzato da un aroma fruttato e da leggeri sentori di mandorla. Il secondo vitigno, invece, è originario della città di Bolzano e rappresenta uno dei vitigni rossi autoctoni dell’Alto Adige. Di colore rosso granato e dall’aroma con sentori di frutti di bosco, violette e ciliegia il Lagrein è contraddistinto da una fresca dolcezza e delicata acidità. Prende il nome di Lagrein Kretzer se vinificato come rosato.
Produzione del vino in Alto Adige
I circa 5.300 ettari di terreno che vengono coltivati a vigna danno impiego a 5.000 viticoltori.
Se da un lato, le diverse altitudini che generano differenti zone climatiche e diverse consistenze di terreno contribuiscono già di per sé ad ottenere un vino contraddistinto da gusto e diversità, dall’altro l’esperienza, la conoscenza e la dedizione degli addetti ai lavori implementa il vino di ulteriore qualità.
Il lavoro dei produttori copre all’incirca tutto l’anno, concedendosi una piccola pausa solo durante il periodo invernale. Nel mese di gennaio, infatti, si procede con la potatura delle viti che prevedono poi la legatura durante il mese di marzo. A maggio si ha la prima germogliatura e nei mesi di giugno e luglio le viti vengono sfrondate. Nel mese di agosto, invece, avviene il diradamento dei grappoli che presuppone un fondamento di primo piano per l’ottenimento di vini pregiati. Nei primi giorni di settembre si inizia a vendemmiare e, ultimata verso la metà di ottobre, inizia la fermentazione in botte. Questo è il processo più delicato e per tale motivo all’esperto enologo è dato il compito di monitorarlo costantemente.
Esperienze ed iniziative nella strada del vino dell’Alto Adige
La bellezza che contraddistingue i paesaggi della Strada del Vino, le ricchezze storico culturali e le varie manifestazioni ed eventi organizzati in Alto Adige hanno tutto i presupposti per far vivere delle esperienze indimenticabili.
Visite guidate, degustazioni e approfondimenti si uniscono alle numerose feste di paese dove assaporare anche piatti unici della tradizione.
Il divertimento si unisce all’apprendimento, agli insegnamenti sui distillatori, all’ascolto di storie affascinanti e alla scoperta del territorio insieme ad esperte guide alpine.
Tra le varie iniziative si potrà vivere una mozzafiato notte tra le cantine, il winesafari, il wine & bike e visitare il museo del vino nel cuore di Caldaro. Qui sono esposti molti attrezzi artigianali impiegati dai bottai e recipienti d’epoca che ripercorrono la storia della viticoltura del Sudtirolo.
Vini bianchi, rossi e i loro riconoscimenti
Il 55 per cento dei vigneti coltivati è destinato alla produzione di uva bianca. Da questa nascono il Pinot Grigio, lo Chardonnay, il Weiβburgunder, il Traminer, il Sylvaner, il Müller-Thurgau, il Riesling, il Sauvignon, il Veltliner e il Kerner.
Il 45 per cento della superficie vinicola dona, invece, le uve rosse da cui nascono il Vernatsch, il Lagrein, il Pinot Nero, il Merlot e il Cabernet.
I vini della Strada del Vino dell’Alto Adige sono stati riconosciuti tra i migliori del mondo. Parliamo di vini autentici dal carattere e dal gusto inconfondibili. Per questo motivo la guida Vini dìItalia di Gambero Rosso li inserisce annualmente tra i migliori vini d’Italia.