Origine del nome

Il nome Albarola potrebbe avere origine da Gallesio che lo chiamava “Vitis Vinifera Genuensis, Vulgo Albarola”. Inoltre è conosciuto anche con il nome di Bianchetta Genovese perché si ritiene che questi due vitigni siano in realtà la stessa tipologia di uva cresciuta in condizioni differenti. In passato il vitigno veniva chiamato Calcatella a causa dei suoi grappoli appunto calcati, ovvero serrati, da cui è caratterizzato.

Storia del vitigno

La storia di questo vitigno è ancora molto incerta e porta con sé grandi dubbi da parte degli studiosi. Alcuni ritengono che sia originario della Liguria soprattutto nella zona delle Cinque Terre mentre altri che sia nato in Toscana, nella zona dei Colli di Luni. Sia la Bianchetta Genovese che l’Albarola hanno molte somiglianze nel DNA e per questo motivo la credenza più quotata le colloca come la stessa qualità di vitigno cresciuto semplicemente in zone diverse. La somiglianza tra i due vitigni era nota già a partire dal XIX secolo quando diversi studiosi provarono a rispondere alla domanda sulla provenienza di questa particolare uva. Secondo Gallesio, l’Albarola ha avuto sicuramente origine in Liguria mentre altri studiosi rivendicano la sua natalità alla regione Toscana. Per Dell’Olio e Macaluso, celebri studiosi di vini, collocano la sua nascita in una zona ben precisa tra la Riviera di Levante e l’area di Sarzana e da cui poi si sarebbe diffusa per tutta la Toscana. Ad avvalorare questa tesi sembra che l’Albarola prodotta in Liguria abbia qualità ben superiori rispetto a quella coltivata in Toscana. Ma ancora oggi la sua vera origine non è stata ritrovata.

Geografia del vitigno

La produzione è al giorno d’oggi molto inferiore rispetto al passato in quanto è stata sostituita da vitigni di qualità superiore. Tuttavia il vitigno Albarola viene ancora piantato e coltivato soprattutto in Liguria dove è diventato uno dei vitigni autoctoni della regione a partire dal 1970. Anche la Toscana è autorizzata alla sua piantagione ma nonostante questo nella regione l’Albarola come vitigno è poco diffuso.

Denominazioni in cui è utilizzato l’Albarola

Il vino ottenuto dal vitigno Albarola è molto neutro e quasi impercettibile al gusto ma apporta gradazione alcolica e struttura. Per questo motivo viene frequentemente utilizzato nell’assemblaggio soprattutto dei vini di denominazione DOC liguri tra cui Colline di Levante e Golfo del Tigullio. Viene anche utilizzato nel famosissimo Sciacchetrà tipico delle Cinque Terre che è un passito molto conosciuto. In Toscana viene utilizzato nel Montescudaio, nel Bianco Pisano di Torpè e nel Candia dei Colli Apuani.

Informazioni e curiosità sulla produzione

La produzione del vitigno Albarola è molto regolare e genera raccolti molto abbondanti. Questo vitigno è molto resistente anche alle malattie e non soffre la vicinanza con il mare. Predilige un clima ventilato per la sua crescita ma si adegua positivamente in ogni situazione. Si adatta molto bene anche ai vari tipi di allevamento e quello più utilizzato è quello della controspalliera. Questo allevamento consiste nel posizionare una struttura per sostenere la vite posta in modo orizzontale lungo il filare. A fianco di questo vengono però utilizzati metodi tradizionali che garantiscono tutte le proprietà di questo vino. Il metodo di potatura più utilizzato è quella di tipo corto in cui vengono lasciati sui tralci degli speroni molto corti ma sovente viene utilizzata anche quella mista. Tra le criticità legate a questo vitigno sono conosciute quelle legate alla peronospora e la poca tolleranza all’umidità che potrebbero causare muffa e oidio. La ventilazione di questo vitigno è perciò importantissima e l’esposizione favorevole è un punto davvero importante per la coltivazione dell’Albarola.

Caratteristiche ampelografiche del vitigno

Il vitigno Albarola produce foglie intere di piccole e medie dimensioni. Il grappolo è piccolo e cilindrico con circa 1-2 ali ognuno e risulta molto compatto. L’acino del vitigno Albarola è di forma molto piccola di forma ellissoidale e irregolare. La buccia è molto fine ed è presente un’alta concentrazione di pruina. Nonostante la sua finezza la buccia risulta molto resistente e ha un tipico colore giallino che caratterizza questo acino.

Caratteristiche degustative del vino

Il vino ottenuto dal vitigno Albarola ha un colore giallo paglierino che tende al verde. Questa colorazione è dovuta al fatto che il vino ottenuto è da consumarsi preferibilmente molto giovane. Infatti invecchiando questo colore perderebbe di potenza e i riflessi verdognoli sparirebbero nel tempo. Il vino è molto leggero e all’assaggio sono presenti numerose note erbacee. Si possono distinguere nettamente le fragranze di erba tagliata, di fieno, di peperone verde e foglia di pomodoro. Queste caratteristiche sono ben riconoscibili ma non riconducibili solo al vitigno Albarola ma sono comuni a numerosi vitigni definiti semiaromatici. Al gusto si possono ritrovare i sentori ricevuti dall’olfatto e la sua marcata sapidità può regalare una persistenza gustativa molto lunga. É consigliato servire questi vini in bicchieri ampi e con uno stelo lungo in modo da esaltarne tutti i profumi e i sapori a una temperatura non troppo elevata.

Abbinamenti tipici consigliati

Essendo un vino che viene prodotto in zone marine si accompagna bene ai piatti di pesce e della cucina tipica marittima. Gli abbinamenti perfetti sono quelli con le fritture di pesce o con le cruditè marine ma si accosta molto bene anche con le grigliate di mare e le insalate di mare. Risulta un vino molto adatto anche ad aperitivi a base di prodotti provenienti dal mare per la sua spiccata freschezza e leggerezza.