Bolgheri DOC

Se per alcuni vini l’origine risulta incerta, per il Bolgheri DOC non è affatto così. Era il 1944 quando il marchese Mario Incisa della Rocchetta, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, dava vita ai primi filari di uve Cabernet a Castiglioncello di Bolgheri. In piena campagna toscana, iniziano l’avventura e la storia di un vino rosso che sta conquistando rapidamente un pubblico sempre più vasto. Uomini e donne di tutte le età dimostrano di gradire questo prodotto, frutto di un lavoro sopraffino, di esperienza e di ricerca. Di lì a 24 anni, avvenne il confezionamento della prima bottiglia di Sassicaia. Ma per ottenere la denominazione DOC si dovette aspettare fino al 1984.
Proprio nel comune di Castagneto, che ha dato i natali al poeta Giosuè Carducci, le più grandi cantine d’Italia si impegnano in produzioni a piccoli lotti. Più di recente, hanno affiancato produzioni in serie destinate alla Grande Distribuzione Organizzata.

1) Cenni Storici della denominazione Bolgheri DOC

La coltivazione della vite nel territorio di Castagneto Carducci ha origini antichissime, e testimonianze della sua presenza derivano dagli Etruschi e poi dai Romani con Plinio e Rutilio Namaziano. Testimonianze più recenti risalgono al periodo medievale per la presenza di numeroso monasteri e domini ecclesiastici.

Sul finire del 1600 la famiglia Gherardesca iniziò la viticoltura nelle zone di San Guido e Belvedere. Nel settecento ebbe rilevanza la produzione della zona di Segalari, con le documentate vocazionalità enologiche a Grattamacco, Lamentano, Sant’Agata, Il Castellaccio, Casavecchia e Felciaino.

A partire dal 1790 vennero predisposti nuovi impianti, soprattutto nei pressi di Bolgheri, aumentando così la produzione enologica dei vini della zona; inoltre negli anni successivi fu migliorata la qualità della viticoltura, con l’impianto di vigneti in zone ad elevata vocazionalità, tra cui quella di Montepergoli e la valle del Rotone. Il conte Guido Alberto della Gherardesca, nella prima metà del 1800, fece emergere una nuova cultura enologica con l’assunzione di esperti di vinificazione tra cui Giuseppe Mazzanti a Bolgheri.

Nel 1816 sorsero i primi vigneti sperimentali alle Capanne di Castiglioncello, ove più tardi nacque la prima vigna del Sassicaia, e nei fondi del Castelluccio. Le scelte viticole furono effettuate non solo in base al 7 terroir, ma soprattutto in base alla cultura vinicola francese con particolare attenzione ai metodi di vinificazione e ai vitigni usati in Francia: a conferma di questo le scelte effettuate dal conte Guido Alberto e da Mazzanti furono proprio indirizzate sui vitigni francesi tra cui Gamay, Cabernet e Syrah.

La distruzione dei vigneti a causa dell’attacco di fillossera degli inizi del ‘900 costrinse a ripensare all’assetto globale del vigneto ed al tipo di vitigno più idoneo per il territorio.

Dopo un periodo interlocutorio, tra le due guerre, le intuizioni del Marchese Mario Incisa della Rocchetta e le sue preferenze per i vitigni francesi, si rivelarono del tutto fondate e dimostrarono che i vini prodotti in questo territorio a partire da quelle uve francesi, bordolesi in particolare, sono in grado di competere con i più famosi vini del mondo. Per questi impianti, nati già dal 1944, si era scelta all’inizio una collocazione di alta collina con esposizione ad est, in quanto si riteneva che l’influsso del mare fosse negativo per la qualità dei vini.

Caduto ben presto questo preconcetto, si capì che i terreni migliori erano quelli pedecollinari e della pianura e che il clima marino non faceva che apportare benefici effetti sulla maturazione delle uve. La consacrazione ufficiale del vino Sassicaia avviene nel 1978 quando la rivista Decanter pubblica una degustazione comparata di cabernet del mondo ed il Sassicaia si piazza al primo posto.

Successivamente l’annata 1985 di Sassicaia compete, in una degustazione del Grand Jury Européen, con i Grands Crus di Bordeaux ed ottiene il massimo riconoscimento. Ma il vino Sassicaia non rimane un fenomeno isolato e, a partire dagli anni ’80, viene affiancato da numerosi altri vini di famose aziende che ottengono una enorme messe di riconoscimenti.

Il Vino DOC Bolgheri ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 1 agosto 1983.

2) Area di Produzione della denominazione Bolgheri DOC

L’area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Bolgheri si estende sulle colline situate a ovest della Toscana, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

Quella di Bolgheri, in provincia di Livorno, è un’area che fa da tramite con la Maremma. Una parte della regione che presenta alcuni tratti in comune con alcune parti del Lazio settentrionale. Molto vicina alla costa tirrenica, risente tuttavia delle correnti degli Appennini. L’altitudine intorno ai 400 mt, nonché la coesistenza degli influssi del mare e di quelli dell’entroterra conferiscono ai vini del territorio note minerali. La posizione collinare dei vigneti, inoltre, assicura un accurato livello di ventilazione ed un’adeguata illuminazione. Le uve maturano lentamente, grazie alla capacità riflettente dei raggi solari sull’acqua di mare.

La Zona di Produzione del Vino DOC Bolgheri è localizzata in:

  • provincia di Livorno e comprende il territorio del comune di Castagneto Carducci.

3) Tipologie di Vino della denominazione Bolgheri DOC

  1. Bolgheri Bianco 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11%

    Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore fine, delicato e sapore secco, armonico, sapido.

    Composizione:

  2. Bolgheri Vermentino 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11%

    Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, caratteristico e sapore secco, armonico, morbido.

    Composizione:

    • => 85% - Vermentino
    • =< 15%

      Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.

  3. Bolgheri Sauvignon 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 10,50%

    Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore delicato, caratteristico, leggermente aromatico e sapore asciutto, armonico.

    Composizione:

    • => 85% - Sauvignon
    • =< 15%

      Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Toscana.

  4. Bolgheri Rosso 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11,50%

    Vino Rosso dal colore variabile da rosso rubino a granato, odore intensamente vinoso e sapore asciutto, armonico.

    Composizione:

  5. Bolgheri Rosso Superiore 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 12,50%

    Vino Rosso Superiore dal colore rosso rubino intenso o granato, odore vinoso, ricco ed elegante e sapore asciutto, pieno, robusto e armonico con buona elegante struttura.

    Composizione:

  6. Bolgheri Rosso Vigna 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 12,50%

    Vino Rosso Vigna dal colore rosso rubino intenso o granato, odore vinoso, ricco ed elegante e sapore asciutto, pieno, robusto e armonico con buona elegante struttura.

    Composizione:

  7. Bolgheri Rosato 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11,50%

    Vino Rosato dal colore rosa, odore vinoso di profumo delicato e sapore asciutto, armonico.

    Composizione:

4) Caratteristiche Organolettiche Bolgheri DOC

Rispetto ad altri prodotti toscani risulta un po’ anomalo. Come tutte le materie prime provenienti dalla terra, risente dell’influenza della composizione del suolo, dell’aria e del clima.
La vicinanza al mare è l’elemento che lo distingue, ad esempio, da un Chianti o da un Brunello di Montalcino. Pur mantenendo il vigore dei vini della regione.
Alla vista, il Bolgheri si presenta color rosso rubino, con riflessi granati e sfumature tendenti al viola. Analogamente ad altre referenze, più affina, più diventa denso e, di conseguenza, tende a scurire.
Presenta un bouquet molto interessante e leggermente più fresco, comunque, rispetto ad altri vini della Toscana. Aromi di susina e frutti di bosco predominano tra le note olfattive iniziali, per lasciare spazio a una leggera fragranza balsamica nel corso della degustazione.
Tali peculiarità determinano il suo carattere, contemporaneamente deciso e non aggressivo. Al palato rimane allo stesso tempo vellutato e asciutto, lievemente astringente. Ideale per sgrassare la bocca e togliere la sensazione di untuosità.

5) Abbinamenti Culinari della denominazione Bolgheri DOC

Polpettone alla fiorentina, bistecca alla fiorentina, lardo di Colonnata

6) Disciplinare della denominazione Bolgheri DOC

Come definito nel 1983 nel primo Disciplinare, per parlare di Bolgheri occorre che le uve provengano esclusivamente da questo territorio. Meglio ancora gestendo l’intero processo di produzione in loco.
Le varietà da includere sono Cabernet-Sauvignon, Merlot, Cabernet-Franc, Syrah fino al 50% e complementari.
La commercializzazione a partire dal 1 settembre dell’anno sucessivo e produzioni massime fino a 90 q.li/ha sono indicazioni da rispettare in maniera tassativa.

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