Si fa presto a dire “Vermentino”. Quando il terroir dona al vino unicità e carattere

calice vermentino

Il vermentino è un vitigno a bacca bianca (raramente a bacca rossa) diffuso in molte regioni d’Italia e utilizzato per la produzione di numerosi vini pregiati, per la maggior parte con denominazione DOC (denominazione di origine controllata) e DOCG (denominazione di origine controllata e garantita).

Viene coltivato soprattutto sulla costa occidentale del Mediterraneo, dalla Liguria alla Sicilia, passando per la Sardegna e la Toscana, ma vitigni di Vermentino possono essere trovati anche sulla costa adriatica, con vini rinomati dalle Marche alla Puglia.
Come si evince, pertanto, la prossimità al mare, nell’area del litorale o nell’immediato entroterra, costituisce zona e clima ideale per la crescita del Vermentino. I terreni collinari, le lunghe esposizioni al sole e quindi la prolungata siccità, ma anche i venti salmastri di queste aree, sono perfetti per questa pianta, che in queste condizioni dà il meglio di sé.
Le regioni italiane in cui si coltiva il vitigno vermentino sono Sardegna, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia e Sicilia.
In Liguria, nella Riviera di Ponente, è chiamato Pigato, mentre in Piemonte e Corsica è conosciuto come Favorita.

Storia del Vermentino

stemma genova

Le origini del vermentino restano per lo più ancora avvolte nel mistero. Le fonti più attendibili gli conferiscono origini spagnole e secondo queste fonti proprio gli spagnoli lo portarono nel XIV secolo in Corsica, all’epoca sotto il dominio degli Aragona. Negli anni successivi il governo dell’isola passò nelle mani dei genovesi, e per questo motivo molti prodotti locali, tra cui il Vermentino, arrivarono nella Repubblica di Genova, dove nei secoli successivi si diffuse con molto successo in tutta l’odierna Liguria e da lì nel resto della penisola.
Tuttavia, in Spagna non restano tracce di tale vitigno, per questo altri fonti ne accertano l’origine in Portogallo (precisamente nell’isola di Madeira). I portoghesi, nei loro commerci, l’avrebbero diffuso prima in Francia, e da lì in Italia passando sempre per la Liguria. Secondo questa versione della storia sarebbero stati poi i genovesi, al contrario, a diffondere il vermentino in Corsica durante il loro dominio. La teoria delle origini portoghesi sarebbe supportata dal fatto che il vitigno di Malvasia presenta delle affinità con il Vermentino.
Qualunque sia la sua origine, è certo invece che già nell’Ottocento il vermentino era diffuso e coltivato nella Riviera di Ponente, soprattutto nelle zone di Ventimiglia e San Remo e nell’estremo est, nella zona di Sarzana, da qui si espanse in Toscana e i toscani lo diffusero nel resto d’Italia.
Anche l’origine del nome risulta poco chiaro. Esso potrebbe derivare dal termine vermena, parola dell’italiano antico mutuata dal latino, che indicava un ramoscello giovane e flessibile, usata così da poeti del calibro di Dante e D’Annunzio. Questo ci indica, tutt’al più, una caratteristica fisica della pianta, ma non la sua origine.

Caratteristiche del Vermentino

Grappolo di Vermentino

I grappoli del vermentino sono solitamente bianchi, con dimensioni medio-grandi, forma piramidale o cilindrica e acini piuttosto radi. Anche gli acini presentano dimensioni medio-grandi e forma leggermente allungata, con colorazione ambrata o giallo-verdastro (in base alla maggiore o minore esposizione ai raggi del sole) e dotati di buccia pruinosa, ovvero costituita da un velo sottile e da una sostanza che ne rende impermeabile la superficie. Le foglie sono quinquelobate in quanto dotate di cinque lobi ovvero estremità separate e forma pentagonale, con dimensioni medio-grandi.
Da un punto di vista enologico, questo vitigno viene usato principalmente per la produzione di vini secchi, vini dolci e spumanti.
Per ottenere tale classificazione il vino deve essere realizzato per almeno l’85% con uve provenienti da un vitigno Vermentino, la restante percentuale, quindi fino ad un massimo del 15%, può essere composta da uve di differente provenienza, sempre a bacca bianca, che abbia comunque caratteristiche simili e compatibili. Le diverse percentuali, il titolo alcolometrico volumico naturale minimo, la resa dell’uva, i tempi di raccolta e il tipo di produzione diversificano le numerose tipologie diverse di vino da coltivazione di Vermentino.

Zuppa di pesce in salsa

Per quanto ogni tipo di Vermentino abbia le sue caratteristiche, possiamo riassumere alcuni elementi di degustazione tipici dei vini prodotti da questo vitigno. Dovuto alla colorazione dei suoi grappoli, i vini possiedono una colorazione giallo luminoso, paglierino o giallo verdolino ma sempre limpido, hanno struttura e sapore secco e amarognolo, anche se l’amaro tende a dissolversi con l’invecchiamento del vino. A livello gustativo risulta intenso, abbastanza fresco, sapido e persistente. Lascia un sentore gentile sul palato. Nei passiti e nei vini più liquorosi invece il gusto è leggermente più dolce e le note amare spariscono del tutto, ci sono invece note fruttate (frutta a polpa chiara come mela e pesca bianca), mature e mielate, anche il colore è più ambrato e giallo intenso e sale anche la gradazione alcolica. L’odore è sempre delicato, profumato e fresco, intenso e complesso. I vini collinari risultano più acidi e corposi.
Si tratta, in ogni caso, di un vino fermo a struttura leggera, abbastanza consistente, di qualità fine da servire a temperatura che si aggira sugli 8-10°C per apprezzarne freschezza e giovinezza e in calice medio da vino bianco abbastanza ampio (ma non troppo) per assaporarne pienamente la delicatezza dei profumi.
Gli abbinamenti migliori per gustare un buon Vermentino sono innanzitutto con ottimi piatti di pesce, che richiamano anche la vicinanza e l’amore che questo vitigno ha per il mare e il litorale. La sua freschezza lo rende ideale per tutti quei piatti di pesce particolarmente elaborati, tipici ad esempio delle due regioni che maggiormente producono questo vino: la Liguria e la Toscana. Pensiamo alle zuppe di pesce, ai crostacei come l’aragosta e l’astice, ai molluschi e a molti antipasti e primi di pesce (sia pasta che riso), ma anche a secondi marittimi, in salsa, ai ferri o bolliti. Alcuni esempi di ricette da abbinare sono gli agoni alla salvia o le cozze gratinate. Può esaltare magistralmente anche formaggi freschi e piatti di carne bianca. Anche se in Sardegna, è davvero pregevole l’accostamento locale del Vermentino sardo con il porceddu.
Il suo gusto floreale e fruttato lo rendono ideale anche per aperitivi e crudités di mare.

Un Vermentino per ogni occasione

Vermentino di Gallura DOCG

Se si cerca un vermentino corposo e acido, dal sapore secco e fresco, ideale per l’aperitivo, i piatti di pesce, le fritture e la pizza, allora bisogna volgere lo sguardo verso la bellissima Toscana. Il Bolgheri Vermentino DOC potrebbe infatti essere la scelta migliore.
Salendo verso la Liguria invece, troviamo il Cinque Terre (Vermentino) DOC, un vino dal sapore secco, gradevole, sapido che si abbina perfettamente con antipasti di mare, primi piatti (anche regionali come trofie al pesto e pansotti in salsa di noci), secondi piatti di pesce o di carne (come il pesce nobile di mare al forno o il cappon magro), con altre specialità locali come la focaccia genovese e con le fritture, come patatine fritte o fritture di pesce.
Anche il Colli di Luni Vermentino DOC si abbina magistralmente alle pietanze liguri. Il suo sapore asciutto, armonico, delicatamente mandorlato lo rendono ideale per abbinamenti locali con pietanze tipiche regionali (come la focaccia di Recco con il formaggio, le trofie al pesto) e primi piatti di pesce. Le sue note floreali lo rendono un’ottima scelta anche per piatti vegetariani.
Volendo un vino più morbido, consistente e con note amarognole, è bene scegliere il Vermentino di Gallura DOCG, prodotto nell’omonima regione della meravigliosa Sardegna. Il clima caldo e secco della zona fornisce struttura e alcolicità al prodotto e lo rende ideale con tutti i tipi di crostacei, ad esempio da abbinarsi a ricette come l’aragosta alla catalana o l’astice in salsa. Quando l’occasione è un aperitivo va servito fresco.
Restando in regione, possiamo scegliere invece un Vermentino di Sardegna DOC se siamo alla ricerca di un sentore al palato sapido, fresco, acidulo con leggero retrogusto amarognolo. Il sapore secco lo rende il vino perfetto per piatti di pesce e crostacei soprattutto alla griglia e assolutamente senza salsa, come ostriche e primi piatti regionali di mare. Fa la sua bella figura anche negli aperitivi.

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