Vino analcolico. Una scelta per chi deve guidare.

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Il vino analcolico può racchiudere in sé il gusto e la tradizione del vino tradizionale. Si tratta di un prodotto atipico dei territori italiani ma anche in esso è possibile riconoscere profumi e aromi caratteristici. Insieme alla bontà del vino si può avere lo stesso risultato senza rinunciare a guidare dopo una festa o avere ripercussioni sulla salute.

La storia del vino in Italia

L’Italia, famosa in tutto il mondo per la sua produzione di vino, vede risalire la storia della viticoltura al 1000 a.C. In quel tempo, popoli Greci e Fenici iniziarono delle prime sperimentazioni sull’uva. I Fenici esportarono il prodotto ottenuto dall’uva soprattutto in Sicilia e Sardegna ma furono i Greci a dare il via a una vera e propria cultura enologica. Proprio i Greci portarono in Italia alcune varietà di uva che vengono tuttora utilizzate per produrre vino. La vinificazione si diffuse così a partire dal Sud Italia, fino a espandersi in Europa. La cultura del vino si diffuse così rapidamente da dovere la nomina all’Italia come “Terra del Vino“.

Gli antichi Romani contribuirono largamente alla diffusione del vino, che veniva utilizzato regolarmente durante i pasti, miscelato con acqua in proporzioni ben decise e stabilite di volta in volta dal commensale designato. Nacquero di pari passo le prime taverne nelle quali diverse mescite di vino erano accessibile anche alle classi meno abbienti. Spesso, per compensare la qualità scarsa di un vino questo veniva servito con aggiunta di miele e spezie, dando vita a un prodotto nuovo e interessante. Con il crollo dell’Impero Romano, l’Italia perse la sua fortuna nella produzione di vino, in favore dell’Inghilterra. Nonostante questo, durante il Rinascimento l’Italia riconquistò il suo primato, grazie alle opere di conservazione delle signorie, e lo mantenne con alti e bassi fino alle guerre mondiali.

Il vino in Italia oggi

Negli ultimi 50 anni le produzioni enologiche italiane hanno goduto di una forte risalita, soprattutto grazie alla modernizzazione della viticoltura che consentono di soddisfare tutte le esigenze dei consumatori. I vini italiani conservano il sapore della tradizione, tramandata da generazioni, anche trasformandosi in vini analcolici, più salubri ma comunque una sorpresa per il palato. Lo spumante analcolico e il vino senza alcol sono solo alcuni esempi di prodotti che riescono a fare tesoro di materie prima di qualità pur tenendo conto delle diverse esigenze degli italiani. Sono queste caratteristiche a rendere il bel paese il maggiore produttore di vino mondiale.

I vitigni italiani: dove nasce il vino senza alcol

L’Italia presenta sulla sua superficie una vasta gamma di vitigni, diffusi in tutte le regioni con proprie particolari caratteristiche. Esistono vitigni a bacca bianca, bacca rossa o bacca grigia a seconda delle caratteristiche proprie della vite. I vitigni, poi, si distinguono in base alla provenienza più o meno territoriale. Si avranno perciò vitigni autoctoni, locali, nazionali e internazionali. Tra i rossi è doveroso citare il Merlot, il Montepulciano e il Nebbiolo. Di pari importanza tra i bianchi si trovano lo Chardonnay, il Pinot Grigio e il Trebbiano. Queste materie prime eccellenti vengono esaltate dalla cura dei viticoltori, che seguono con attenzione il ciclo delle vigne per garantire un prodotto di qualità.

La vinificazione

La vinificazione è il procedimento con cui il mosto, ricco di zuccheri, viene lavorato fino a ottenere il vino. L’azione dei lieviti in questo processo è fondamentale, sono del tutto naturali e si trovano sulla superficie della buccia degli acini. Durante la maturazione dell’uva gli zuccheri aumentano e tendono a salire in superficie, favorendo l’aumento di lieviti che vengono così nutriti. Questo tipo di lieviti fa parte della famiglia dei lieviti indigeni ma possono essere utilizzati anche lieviti selezionati artificialmente. Solitamente questo ultimo tipo di lieviti appartiene alla famiglia delle Saccharomyces cerevisiae, utilizzata anche per la produzione di birra.

Inizialmente, durante la prima fase di risalita degli zuccheri, i lieviti respirano aerobicamente. Questo vuol dire che durante la respirazione viene utilizzato l’ossigeno dell’aria, per essere restituito sotto forma di anidride carbonica. Soltanto in seguito a questa fase potrà avvenire la fermentazione vera e propria, in quanto i lieviti non hanno più ossigeno a disposizione e iniziano la respirazione anaerobica. L’intero processo in cui gli zuccheri si trasformano prende il nome di glicolisi, la quale restituisce ATP (una molecola ad alto livello energetico) e acido piruvico. Quest’ultimo sarà trasformato in acido etilico in conclusione del processo di fermentazione alcolica. Esistono varie tecniche di vinificazione in base alla tipologia di vino richiesta.

La vinificazione in bianco prevede la rimozione delle bucce d’uva e dei vinaccioli per evitare il passaggio di sostanze coloranti. Al contrario, con la vinificazione in rosso queste parti sono lasciate macerare per consentire il passaggio dei tannini, che doneranno al vino il suo colore caratteristico. Molto simile a quest’ultima tecnica è la vinificazione in rosato, in cui varia il tempo di contatto con bucce e vinaccioli. Esistono ulteriori tipologie di vinificazione, tra cui la vinificazione continua utilizzata in impianti industriali per produrre vini tendenzialmente economici. Questi stessi procedimenti sono applicati alla produzione del vino analcolico, per il quale varia il processo successivo.

logo per vino analcolico

La vinificazione analcolica: come si produce il vino analcolico

Non è del tutto preciso parlare di vinificazione analcolica, in quanto il vino viene prodotto interamente con fermentazione alcolica. Soltanto in seguito si avrà la possibilità di dealcolizzarlo. La dealcolizzazione permette di abbassare il livello alcolico allo 0,05%, avviene a temperature piuttosto basse attraverso una separazione meccanica dell’alcol. Questo procedimento consente di non intaccare minimamente le altre caratteristiche del vino, come il gusto, i flavonoidi e gli aromi. Riguardo questi ultimi, esiste anche una tipologia di dealcolizzazione che avviene in più fasi, tramite cui gli aromi vengono rimossi e aggiunti soltanto al termine del procedimento. Grazie a questo metodo è possibile ottenere le stesse tipologie di vino tradizionali, compresi spumante analcolico e prosecco analcolico, conservandone il sapore. Il prodotto finale non perderà di qualità ma conserverà le proprietà iniziali. L’unica pecca si avvertirà in termini olfattivi.

Il vino analcolico: tutte le differenze e i vantaggi

I vini senza alcol non tolgono assolutamente nulla ai vini alcolici. Le proprietà del vino rimangono intatte a discapito della quantità di alcol, drasticamente abbassata. Questo tipo di vino ha ovviamente molti vantaggi sulla salute, in quanto è una bevanda adatta anche a persone malate di diabete, pancreatite o epatopia. Chi segue un regime dietetico ipocalorico o per motivi religiosi non può assumere alcolici può godersi tranquillamente questo tipo di vino in tutte le sue varianti.

Tra i vini senza alcol, peraltro, ci sono numerose alternative piuttosto economiche come il vino analcolico del supermercato; tuttavia non sono ancora disponibili. Per lo più, il vino analcolico è acquistabile online, dove si potrebbe trovare con differenti denominazioni. Per non rinunciare al vino italiano e preservare la salute, i vini senza alcol sono perfetti perché non provocano le conseguenze tipiche dell’uso di alcol, tra cui sonnolenza, capogiri e perdita di concentrazione.

Questi benefici si traducono in una situazione di sicurezza per tutti, con particolare riferimento alla guida di automobili o moto. In tutta sicurezza durante pranzi e cene, i commensali possono gustare il proprio vino preferito senza rischiare di ferire se stessi o gli altri. Gli incidenti automobilistici causati dallo stato d’ebbrezza sono davvero molti ogni anno e il vino analcolico rappresenta un ottimo compromesso per tutelare le persone. Non solo, il vino analcolico non provoca reazioni particolarmente pericolose se assunto insieme a medicinali. Tramite la vendita di vino e birra senza alcol, si potranno avere strade più tranquille, riducendo gli stati di ira e le dipendenze dovute all’abuso di alcol.

Ma il vino analcolico è legale?

Riguardo il vino analcolico l’Europa si trova ancora in una situazione di dibattito. Da una parte, paesi come il Belgio richiedono di espandere il regime di questo vino a tutta l’Europa, con particolare attenzione alla salute dei cittadini. Dall’altro canto, l’Italia appare preoccupata di intaccare la propria tradizione enologica. La proposta, proveniente da paesi del nord Europa, è stata accolta dalla Presidenza del Consiglio Ministri dell’Agricoltura. Oltre che una scelta salubre, in linea con le nuove conoscenze sul campo, il vino analcolico rappresenta un’espansione di mercato. I Paesi con forti maggioranze musulmane, come l’Arabia Saudita, potranno acquistare in questo modo i vini europei. L’Italia si rivela piuttosto scettica in merito, soprattutto in quanto l’attuale definizione legale di vino prevede il divieto di aggiungervi acqua. Se questa ideologia diventerà lo standard europeo si potrà dire solo nel 2023, quando entrerà in vigore la nuova politica agricola comune europea. Nel frattempo è possibile trovare vini analcolici tramite siti web, acquistabili da tutti.

Come scegliere e abbinare il vino analcolico

Al pari dei vini alcolici, anche i vini privi di alcol racchiudono sapori e aromi particolari che vengono valorizzati con alcuni accostamenti culinari. Attualmente non esiste una vasta produzione di questo vino in Italia, a causa della diffidenza e del rispetto verso la tradizione. Nonostante questo, alcuni vini analcolici vengono prodotti regolarmente e hanno ottenuto l’apprezzamento dei consumatori.

Il vino bianco analcolico italiano “Sensazioni 0.0” ad esempio, dà il meglio di sé servito freddo in compagnia a primi di pesce, verdure e carni bianche. Naturalmente esiste anche un’altra versione di questo vino, “Alternativa 0.0”, caratterizzata da uno spiccato ritorno zuccherino al palato. Deve essere servito preferibilmente freddo ed è ideale per esaltare il sapore delle carni bianche e del pesce al vapore, senza sovrastarlo. Il vino rosso senza alcol “Superiore” ha un sapore molto deciso, perciò è adatto per accompagnare piatti forti a base di carne o formaggio, preferibilmente servito freddo. Anche il vino rosso dealcolato “Sensazioni 0.0” dovrebbe essere servito freddo, abbinato a pietanze con carne, sughi o insaccati. Queste alternative dell’azienda My Alcol Zero, sono quelle più famose Made in Italy, tuttavia un attento bevitore di vino conosce l’importanza della selezione.

È possibile reperire molte informazioni su internet e trovare dei vini analcolici adatti alle proprie esigenze. Nonostante il mercato italiano sia ancora carente in merito, esistono anche versioni analcoliche di vini storici come Chardonnay, Syrah e Merlot.

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