Origine del nome e storia del vitigno

Il nome Timorasso potrebbe derivare da un antico termine locale, forse legato alla forma e alla consistenza dell’acino, o da una radice etimologica che richiama il concetto di “timore” o “prudenza”, riflettendo forse la delicatezza della coltivazione di questo vitigno. Storicamente, il Timorasso era coltivato già nel Medioevo, come testimoniano antichi documenti che ne attestano la presenza nei Colli Tortonesi. Tuttavia, la sua popolarità declinò a partire dal XX secolo, quando fu soppiantato da varietà più produttive e resistenti. Negli anni ’80, alcuni lungimiranti viticoltori, guidati dall’enologo Walter Massa, hanno intrapreso un lavoro di recupero, riportando il Timorasso alla ribalta come una delle gemme della viticoltura piemontese.

Zone di coltivazione e denominazioni

Il Timorasso trova il suo habitat ideale nei Colli Tortonesi, una zona collinare situata nella parte sud-orientale del Piemonte, in provincia di Alessandria. Questo territorio, caratterizzato da suoli calcarei e argillosi, nonché da un clima continentale con significative escursioni termiche, è perfetto per esaltare le qualità aromatiche e la struttura del vitigno. I vini prodotti da Timorasso rientrano nella Denominazione di Origine Controllata (DOC Colli Tortonesi) e possono portare in etichetta la menzione specifica “Derthona”, un nome che rende omaggio all’antico nome romano della città di Tortona.

Caratteristiche ampelografiche del vitigno

Dal punto di vista ampelografico, il Timorasso si presenta con grappoli di dimensioni medio-piccole, compatti e con acini di forma sferoidale. La buccia è spessa e di colore giallo dorato, con riflessi verdognoli a maturazione completa. È un vitigno vigoroso ma sensibile, particolarmente esigente dal punto di vista agronomico. È incline a soffrire di malattie fungine e richiede una gestione attenta sia in vigna che in cantina per esprimere al meglio il suo potenziale.

Caratteristiche degustative del vino

Il Timorasso dà vita a vini bianchi di grande personalità, caratterizzati da una struttura complessa e un notevole potenziale di invecchiamento, qualità rara per un vino bianco. Alla vista, si presenta con un colore giallo paglierino con riflessi dorati, che diventano più intensi con l’età. Al naso, offre un bouquet ricco e articolato, con note di frutta matura (mela, pesca, albicocca), fiori bianchi, e una marcata mineralità che richiama pietra focaia e talvolta idrocarburi nelle versioni più evolute. Al palato è pieno, sapido e armonico, con una piacevole freschezza che bilancia la struttura e una persistenza aromatica molto lunga.

Abbinamenti tipici consigliati

Grazie alla sua versatilità, il Timorasso si presta a numerosi abbinamenti gastronomici, esaltando sia i piatti della tradizione piemontese sia preparazioni più creative. Tra gli abbinamenti tipici troviamo antipasti di mare, come carpacci e tartare di pesce, primi piatti a base di riso, come il risotto ai funghi o al tartufo bianco, secondi di pesce, in particolare pesci grassi come salmone o tonno, e crostacei, formaggi stagionati o a pasta semidura, che valorizzano la mineralità e la struttura del vino.