Quando si parla di vitigno Glera, la prima cosa che viene in mente è il prosecco e le sue bollicine. Questo vitigno a bacca bianca rappresenta infatti la materia prima per ottenere questo ottimo vino bianco, vanto della nostra produzione enologica.

Origine del nome e storia del vitigno

Circa l’origine del nome di questo vitigno, bisogna innanzitutto precisare che l’attuale denominazione ha sostituito l’originario nome di “Prosecco”. Il motivo di questa variazione è da ricondursi ad una specifica tutela voluta dal Ministero dell’Agricoltura che ha voluto così preservare la produzione del prosecco; con il termine prosecco non si identificava più un vitigno ma un’intera zona di produzione, di qui il cambio di termine che riprende le antiche origini del vitigno friulano. Anche nel caso di questo vitigno, ci troviamo di fronte ad un vitigno di antichissime tradizioni già conosciuto e coltivato in epoca romana. Secondo una prima ipotesi, Glera prenderebbe le origini da Prosecco, una piccola cittadina della zona triestina, per diffondersi poi nella zona del trevigiano e dei Colli Euganei. Secondo un’altra teoria, invece, la zona di origine si potrebbe identificare con quella dei Colli Euganei dalla quale poi la coltivazione si sarebbe progressivamente estesa in tutta l’Italia nord-orientale fino ad arrivare in Slovenia. Le prime testimonianze documentate circa la coltivazione di questo vitigno risalgono al XVIII secolo, precisamente intorno al 1770, quando Francesco Maria Malvolti ne parla sul Giornale d’Italia come una delle migliori uve da vino.
Oggi la coltivazione si concentra prevalentemente nelle tipologie del Prosecco lungo e del Prosecco tondo, che presentano una diversa forma dell’acino, il Prosecco Balbi e in misura minore nel Prosecco dal peccol rosso.

Zone di coltivazione e denominazioni del vitigno

Le zone di coltivazione dell’uva Glera sono concentrate principalmente in Veneto e Friuli Venezia Giulia e in misura marginale in Trentino Alto Adige. Questo vitigno si adatta in modo perfetto alla diversa struttura dei terreni di queste zone, anche se predilige una buona esposizione al sole. La terra di eccellenza della coltivazione di questo vitigno è sicuramente la provincia trevigiana, in particolare sull’asse Conegliano Valdobbiadene, dove si riscontrano le denominazioni DOCG con specifico riferimento alla produzioni del Prosecco Colli Asolani o al Prosecco Conegliano Valdobbiadene della sottozona di Cartizze. Meritano comunque di essere menzionate anche altri denominazioni di questo vitigno, come quella IGT dei Colli Trevigiani. In Friuli invece troviamo la denominazione Carso DOC o l’IGT Trevenezie, con parte della coltivazione che avviene in Trentino Alto Adige.

Abbinamenti tipici consigliati per il prosecco

Come detto, il prosecco rappresenta il punto di riferimento per l’uso delle uve glera. Nella tecnica di produzione, variando il grado zuccherino, si riescono ad ottenere vini che permettono, nella maggior parte dei casi, un abbinamento a tutto pasto. In ogni caso, l’abbinamento principe del prosecco è con la maggior parte degli aperitivi, con primi e secondi piatti a base di pesce, specie se molto delicati, nonché con molluschi e crostacei. Ideale anche per accompagnare formaggi che presentano una media stagionatura.