AgriPunica, uno dei nomi più promettenti nella produzione del vino. E’ una joint-venture tra, il Gruppo Tenuta San Guido Sassicaia, la Cantina di Santadi, Antonello Pilloni presidente della Cantina ed il leggendario enologo toscano Giacomo Tachis.

Fu proprio quest’ultimo a pensare alla Sardegna e convinse tutti del fatto che potessero produrre un fantastico vino dalle uve coltivate nel Sulcis.

Nel 2002, AgriPunica acquista un’azienda di 170 ettari composta da due tenute: Barrua e Narcao, ubicate nella zona sud-occidentale della Sardegna, in un’area conosciuta come Basso Sulcis.
I vini sono denominati I.G.T. Isola dei Nuraghi, in riferimento alle antiche torri di pietra costruite dalla civiltà nuragica presente nell’isola dal periodo neolitico fino al 238 a.C., quando la Sardegna è passata sotto l’Impero Romano.

I vigneti situati a Barrua e Narcao sono caratterizzati da 70 ettari suddivisi tra varietà autoctone ed alcune note varietà Francesi. I terreni sono molto profondi e sassosi con una media quantità di argilla.

L’angolo sud-occidentale della Sardegna rappresenta l’ambiente ideale per la produzione di grandi vini a bacca rossa. Gli inverni sono miti e le estati calde e asciutte. La grande luminosità, permette all’uva di raggiungere un livello di maturazione tale che la polimerizzazione dei tannini inizia ancor prima della vendemmia.

“È proprio la quantità di luce a rendere questa regione unica”. Il sole contribuisce all’ottima maturazione dei grappoli, soprattutto la straordinaria influenza del mare regola il caldo eccessivo e stabilizza il clima, un aspetto determinante, ha sempre sottolineato il Dottor Tachis.

Non si è certi sulla loro introduzione nella Sardegna Sulcitana, ma si ha ragione di pensare proprio ai Fenici. Nel lontanissimo passato, questi vitigni sono stati poco seguiti, poi, con l’avvento delle Denominazioni di Origine e con la regolamentazione di “disciplinari” di produzioni DOC, dovettero addirittura sottostare ad una forma di allevamento “a tendone” per ottenere quantità sproporzionate e non appropriate alla risultanza qualitativa.

Al giorno d’oggi i vitigni autoctoni hanno trovato il loro habitat perfetto, molto valido, ottimo sul piano qualitativo, il vino da essi prodotto ha trovato le giuste mani che modellano artisticamente, tecnicamente e fisiologicamente queste piante.

La qualità delle uve a bacca rossa autoctone nel Basso Sulcis è eccellente non solo per colore, per struttura, per ricchezza alcolica del vino ottenuto, bensì per la morbidezza dei suoi componenti estrattivi: dai tannini al patrimonio acidometrico contenuto ed elegante, all’aromatico, allo speziato, al glicerinoso ed a tutto il resto.

L’azienda Agricola Punica attualmente produce due grandi vini rossi, Barrua e Montessu, ed un ottimo vino bianco chiamato Samas.
Questi tre vini sono classificati IGT Isola dei Nuraghi e provengono prevalentemente da uve tipiche del Sulcis.

La qualità delle uve a bacca rossa nel Sulcis, è eccellente non solo per colore, ma anche per la struttura, e la ricchezza alcolica del vino ottenuto, ma soprattutto per la morbidezza dei suoi componenti estrattivi: dai tannini al patrimonio acidometrico sempre contenuto ed elegante e per la souplesse dei suoi componenti di rilievo.

Il loro corredo è costituito da un tessuto tannico delicatissimo, rotondo, signorilmente dolce e cromaticamente ricamato da raffinati antociani. Tali tannini sono stati polimerizzati nell’acino ancora pendente sulla pianta.

Il suo PH risulta moderato, discreto nel suo valore acidometrico (3,70).
Il suo bagaglio estrattivo è abbondante e attesta la generosità del sole.
Il colore è intenso, dono cromatico della natura, e ricorda il rosso porpora dei Fenici.

Il vino bianco è invece caratterizzato da una gradazione alcolica moderata, da freschezza, note minerali e fruttate che lo rendono particolarmente piacevole sia abbinato a piatti di pesce e carni bianche, sia degustato semplicemente come aperitivo.