L’Aglianico del vulture è un vino rosso con origini antichissime che attraverso numerose fasi storiche della zona. Affonda le sue radici nella tradizione greca, da cui deriva in effetti anche il suo nome. Il nome suggerisce infatti una provenienza ellenica, originariamente denominato “Elleanico”, questo vino ha subito nel corso delle dominazioni storiche, numerose variazioni nella sua nomenclatura sino ad acquisire la denominazione attuale. Secondo un’altra versione il suo nome deriverebbe dall’unione di due termini latini che significherebbero “vino della pianura”. Oggi il termine Aglianico ha molte declinazioni come agnanico, gnanico, aglianica o ellenico.

Storia del vitigno Aglianico del Vulture

Il vitigno dell’Aglianico possiede una tradizione millenaria che attraversa il periodo storico che va dalla Magna Grecia, sino ad oggi. Questa storia così ricca viene anche testimoniata dalla presenza di numerosi documenti che ne attestano la stretta connessione con le vicende umane della zona in cui nasce e si sviluppa. Infatti la qualità del vino stesso è l’attestazione di come la volontà dell’uomo, di mantenere una coltivazione e produzione di questo vino fedele alla tradizione, abbia garantito una vita millenaria al vino stesso. La produzione e coltivazione del vino nella zona del Vulture è attestata dal ritrovamento di numerosi reperti, quali vasi, attingitoi o una varietà di utensili per la mescita del vino stesso. Tali reperti archeologici sono stati ritrovati nella zona del Vulture, si presentano riccamente decorati da scene riconducibili a banchetti dionisiaci, di provenienza sconosciuta. Infatti tali reperti si pensa possano essere sia autoctoni che di importazione Greca, tra la fine del IV e l’inizio del III secolo. Anche in numerose ville storiche della zona tra Lavello e Melfi sono stati ritrovati numerosi oggetti che hanno permesso di ricostruire tutta la realtà produttiva e di scambio dell’Aglianico del Vulture. L’Aglianico del Vulture ha attraversato millenni passando anche per l’oscuro periodo medievale a cui risale la grande estensione dei vitigni dedicati alla sua produzione. Nel periodo che va dal XI al XIV tutto l’agro nelle campagne del Vulture viene modificato dalla crescente produzione vinicola che espande i suoi confini. Le campagne adibite alla coltivazione di viti si spingono sino a ridosso delle mura cittadine e le cantine proliferano sino a collocarsi anche all’interno delle grotte o negli ipogei naturali. Il successo dell’Aglianico come vino d’eccellenza inizia all’esposizione Universale del 1906 a Milano dove il vino delle campagne del Vulture viene apprezzato dai palati di tutta Italia. Negli anni trenta l’Aglianico inizia ad essere prodotto al livello aziendale, numerose sono le cantine e le aziende che iniziarono a produrre la moderna trafila vinicola lucana. Nel 1971 con decreto del Presidente della Repubblica l’Aglianico viene riconosciuto vino DOC.

Geografia del vitigno Aglianico del Vulture

L’Aglianico è un vino rosso che si ottiene dall’uva coltivata nei vitigni Aglianico situati nella zona del Vulture, a nord-ovest della Basilicata. Il terreno vulcanico nei pressi del Vulture infatti con la sua ricchezza rimane uno dei pochissimi posti in Italia dove è possibile ottenere la giusta maturazione di vitigni ricchi e corposi come quelli dell’Aglianico. Moltissimi paesi collocati nell’hinterland della provincia di Potenza godono di grandi espansioni di vitigni Aglianico che negli anni hanno dato origine a vere e proprie aziende produttrici sparse per tutto il territorio. Da Genzano di Lucani a Rionero in Vulture, da Lavello a Venosa le campagne sono per la stragrande maggioranza degli appezzamenti adibite a questa produzione. La produzione dell’Aglianico non si limita entro i confini della Basilicata, infatti vaste aree del sud-Italia hanno optato per la coltivazione di questo vino che ha dimostrato una grande capacità di adattamento a terreni non lucani. Questa commistione ha dato origine a due diverse varietà di Aglianico, una detta Aglianico coltivata e prodotta a Taurasi nella regione campana e l’altra detta Aglianico del Vulture che è coltivata in Basilicata. Queste due tipologie di Aglianico appartengono in realtà alla stessa varietà differenziandosi solo per delle sfumature nel bouquet degli aromi. Altre regioni come la Puglia, l’Umbria e la Calabria, il Lazio e il Molise hanno avviato la produzione di Aglianico negli ultimi anni.

Denominazioni

L’Aglianico del Vulture ha una denominazione DOC e DOCG per la coltivazione in Basilicata. L’Aglianico del Vulture DOC è una delle tipologie prodotte nella regione Basilicata e si caratterizzano per le caratteristiche dei vitigni, per la composizione ampelografica e per la procedura di vinificazione. I vitigni di coltivazione che sono ammessi alla produzione di Aglianico del Vulture prevedono la produzione di un vino rosso rubino con un profilo olfattivo intenso che al palato risulti secco, morbido e sapido. La denominazione dell’Aglianico DOCG è ammessa per quei vini la cui produzione prevede vitigni Aglianico del Vulture al 100%. Prodotto nella parte nord della Basilicata in provincia di Potenza l’Aglianico DOCG comprende la tipologia Superiore e il Superiore riserva. Il primo gode di una maturazione di almeno 3 anni di cui almeno 12 mesi trascorsi in botti in legno. La riserva invece prevede un periodo di maturazione di 4 anni e ben 24 mesi in botti in legno. Entrambe le tipologie presentano un colore rosso rubino intenso con sfumature aranciate. Ricco di aromi prevalentemente fruttati e floreali, che spesso assumono connotazioni speziate e legnose.

Informazioni sulla produzione

L’Aglianico è un vitigno di media vigoria che fornisce risultati discreti di coltivazione anche a 700-900 metri di altitudine. Garantisce produzione medio-basse che si aggirano attorno ai 40-60 q/Ha nelle zone meno fertile e si spinge fino a 100 q/Ha nelle zone più floride. Si presenta come un vino dalla forte adattabilità al territorio, preferendo terreni ricchi di sedimenti vulcanici e argillosi. La tipologia di coltivazione preferita rimane quella tradizionale alla “Latina“, una o più viti raccolte ad alberello e agganciate ad alcune canne di sostegno. Offre una buona resistenza alle avversità climatiche e agli agenti parassitaria. Garantisce una risposta medio-alta anche all’innesto con i più diffusi portinnesti.

Caratteristiche ampelografiche del vitigno

Le caratteristiche ampelografiche dell’Aglianico del Vulture sono ben distinte e si presenta con una foglia media, cuneiforme e trilobata. Il vitigno ha un grappolo compatto e di media grandezza con 1-2 ali. L’uva da cui si ricava l’Aglianico ha acini di media dimensione, con una forma pressoché ellissoidale e una buccia consistente e sottile di colore blu-nero.

Caratteristiche degustative del vino

L’Aglianico è senza dubbio il vino più importante e di valore del Sud Italia e presenta caratteristiche e struttura che lo rendono adatto ad affrontare lunghi periodi di invecchiamento. L’esame visivo che precede la degustazione permette di apprezzare il colore rosso rubino intenso caratteristico dell’Aglianico. Nelle versioni più strutturate la colorazione acquista dei riflessi aranciati, con una consistenza corposa. All’olfatto l’Aglianico si presenta fruttato e speziato, ricco di note calde e avvolgenti di amarena, ma nei vini più maturi è possibile riscontrare anche elementi speziati di pepe nero o di liquirizia. Grazie all’invecchiamento in botti di legno è presente anche una forte connotazione di cuoio e tabacco. Al palato l’Aglianico si presenta come un vino tannico e equilibrato, con sapori armonici e un’elevata acidità.

Abbinamenti tipici consigliati

I vini dell’Aglianico sono quasi sempre vini ben strutturati con una forte connotazione tannica e quindi si prestano ad abbinamenti impegnativi con piatti di carne alla griglia o arrosti. Abbinamenti complessi e corposi con selvaggine e piatti a base di cinghiale o anatra sono da sempre un classico della cucina italiana.