Vino mischiato al formaggio. Usanze e mitologie d’altri tempi

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Dall’abbinamento del vino con il formaggio nasce sempre un matrimonio di assoluto successo, il contrasto dato dai due elementi riesce perfettamente a creare un equilibrio armonico e una piacevole sensazione per le papille gustative.

La grassezza, la sapidità o la tendenza al dolce dei formaggi viene perfettamente equilibrata grazie all’acidità, effervescenza, sapidità o eventualmente, il residuo zuccherino del vino. Per quanto sia famoso e maggiormente diffuso l’abbinamento di vino a formaggi, bisogna sapere che questa non è l’unica forma d’unione di questi fantastici elementi.

Infatti è possibile mischiare nel vero senso della parola, vino e formaggio, al fine di ottenere fantastiche bevande o formaggi al gusto di vino.
Sin dall’antichità, prima il popolo greco e poi successivamente quello etrusco, usavano mischiarli tra di loro per creare nuove sensazioni e bevande, in quei tempi e tutt’ora oggi queste creazioni che vengono considerate delle vere e proprie prelibatezze.

Gli antichi greci e il rito del vino

Il popolo greco portava grande rispetto verso l’utilizzo del vino e il suo impiego, infatti il suo utilizzo era pienamente diffuso in tutta la Grecia. Anche i più importanti filosofi del tempo utilizzavano il vino come una vera e propria simbologia, basta pensare che uno dei più famosi dialoghi di Platone, per la precisione il Simposio, inizia con un discorso sul vino.

Il discorso di Platone presente nella sua opera mette in luce l’importanza del vino per il popolo greco, infatti racconta di una situazione dove Pausania, uno dei personaggi dell’opera, dichiara di non sentirsi bene a causa del troppo vino bevuto il giorno prima. I postumi della serata precedente non riguardavano affatto solo Pausania, altri invitati al banchetto accusavano di aver avuto problemi e tutti quindi chiedettero di poter bere meno vino.

Il racconto di Platone mette in mostra di quanto il vino fosse sicuramente il protagonista di questi incontri, infatti il bere insieme era considerato un segno d’intimità, in quanto l’alcool elimina ogni tipo di freno e quindi rende più armoniose e sincere le conversazioni. Per questo chi non beveva vino non poteva sentirsi parte del dibattito e spesso non aveva neanche l’occasione di poter partecipare.

A correre in soccorso di chi non reggeva il vino allo stato puro troviamo il formaggio, veniva utilizzato per mischiarlo con il vino per combattere il rischio di poter prendersi una bella sbronza. Durante i banchetti e gli incontri, mantenere la lucidità e soprattutto la capacità di giudizio era molto importante poiché ubriacarsi non era considerato un bel atteggiamento. Infatti per cercare di mantenere la situazione quanto più possibile tranquilla, il popolo greco era solito eleggere il simposiarca durante i banchetti, ossia la persona che veniva sorteggiata per stabilire delle regole con l’intenzione di non far ubriacare tutti gli invitati.

Queste regole decidevano anche, e soprattutto, la quantità di acqua che andava a diluire il vino e se doveva esserci la presenza di formaggio per addolcire la bevanda. Inoltre l’utilizzo del formaggio mischiato al vino era un’usanza molto praticata, non solo serviva a rendere il vino più dolce, ma anche a renderlo più pesante e quindi di conseguenza portava agli invitati a bere meno.

Per il popolo greco il vino andava sempre miscelato poiché consumarlo allo stato puro era considerato un atteggiamento barbaro, tenevano molto ad usarlo con moderazione, solo gli dei erano in grado di reggerlo e potevano permettersi di bere grandi quantità senza la necessità di mischiarlo.

Kykeón, la bevanda molto amata dal popolo greco

Per quanto il vino fosse il protagonista principale di ogni incontro e dei banchetti, non era la sola bevanda a provocare alterazione e convivialità tra gli invitati.
Come abbiamo detto il popolo greco aveva l’abitudine di diluire il vino con del formaggio, da quest’unione nasce anche l’idea di realizzare un’altra bevanda alcolica, ossia il Kykeón.

Stando a quanto narrato nei poemi omerici il Kykeón è una bibita ricostituente che veniva data agli eroi, soprattutto quando erano chiamati a prendere decisioni riguardanti le guerre. Infatti secondo alcuni filosofi greci dei tempi l’origine di questa bevanda è legata a un raduno di eroi, dove una donna chiamata Ecamede prepara un kykeón per creare armonia al tavolo e per aiutarli ad intraprendere decisioni importanti.

Una bevanda a base di vino e formaggio, nello specifico di capra, anche nel racconto di Ecamede, si narra di un momento dove è impegnata a grattugiare del formaggio di capra prima di servire il kykeón. A questi due elementi protagonisti potevano essere aggiunti altri ingredienti come spezie, miele, dell’orzo e erbe, il risultato che si otteneva era una bevanda alcolica a base di vino e formaggio molto prelibata, dal sapore dolce e caratterizzata da un grande livello d’aromaticità.

Tuttavia ne esistono diverse versioni, ognuna legata in qualche modo a diversi racconti dei poemi, motivo per cui la kykeón è ancora oggi una bevanda considerata sacra e soprattutto da un gusto prelibato. Infatti l’uso del kykeón è associato anche alla celebrazione dei misteri eleusini e dei riti religiosi iniziatici dell’antica Grecia relativi al culto di Demetra e Persefone. Anche ai tempi di Omero il kykeón era molto diffuso, nell’Odissea viene citato più volte, questa bevanda era la pozione che veniva offerta dalla dea Circe come dono di ospitalità ai Ulisse e i suoi compagni.

banchetto etrusco con vino e formaggio

Gli etruschi come il popolo greco: grandi amanti del vino con il formaggio

Possiamo dire con certezza che gli etruschi in passato hanno affinato le tecniche legate alla viticoltura e i sistemi di vinificazione, infatti furono proprio loro a trasmettere la cultura della vite e del vino ai Romani.

L’arte nel produrre vino del popolo etrusco era considerata una vera e propria linea guida madre da seguire, anche autori romani come Marziale ed Orazio elogiano il vino del Massico, un’aerea della ragione Campania abitata dal popolo etrusco. Tutta la dedizione mostrata nella produzione e nella coltivazione dei vigneti diede di conseguenza al vino anche un impatto sociale piuttosto importante.

Proprio come nella civiltà greca, gli etruschi utilizzavano il vino per i bacchetti e successivamente divenne protagonista anche dei riti pagani. La popolazione etrusca consumava quotidianamente vino, anche le famiglie più povere ne avevano anche se di qualità inferiore. Infatti i produttori etruschi per arrivare a toccare ogni strato della popolazione creavano un vino, molto più leggero, utilizzando delle vinacce ripassate con dell’acqua, una pratica che divenne frequente anche nell’epoca successiva.

In ogni caso il vino prodotto dagli etruschi non poteva essere in alcun modo bevuto allo stato puro, perché fortissimo: doveva essere mescolato con abbondante acqua usando grandi vasi dalla bocca larga in modo da facilitare anche l’operazione d’uscita. Soprattutto durante i ricchi banchetti etruschi il vino non poteva assolutamente mancare, infatti anche gli autori romani specificano nelle loro opere di quanto fossero lussuosi e ricchi di vino i banchetti etruschi, cosa che li rendeva molto simili a quelli dei greci.

Anche l’usanza etrusca di diluire il vino con acqua o di mischiarlo con formaggi dolci è incredibilmente simile a quella dell’antica Grecia, ma a differenza dei greci gli etruschi, diluivano il vino con acqua calda o fresca a seconda delle temperature e in base al suo grado di acidità decidevano se aggiungere del formaggio per addolcirlo o meno. Gli etruschi quindi, arricchivano proprio come i greci il vino con del formaggio grattugiato, ma non è solo questo l’ingrediente che accomuna le due bevande, anche miele e spezie sono presenti in entrambe.

La miscela ottenuta dal formaggio unito al vino oltre ad essere molto prelibata, era molto apprezzata anche dai piani alti della società. Il popolo etrusco a differenza di quello greco, non consumava questa miscela di formaggio e vino fredda, questa spesso veniva scaldata utilizzando lo psyktèr, un vaso a forma di bulbo che conteneva acqua calda.

La bevanda a base di vino e formaggio e il vino puro etrusco ebbero un grande successo, tantochè diverse regioni del Mediterraneo ne vennero a conoscenza e chiesero subito ad esportarla in diversi luoghi ben lontani dalle zone in cui veniva prodotto.

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