Blending Wine: l’arte della miscelazione

blending wine

Dalla storia della miscelazione alle più moderne Wine blending experience

Sapevate che la maggior parte dei vini in commercio sono il prodotto di miscelazioni? Per la precisione, quasi non esistono vini non mescolati sul mercato. 

I più esperti nel campo penseranno che sia una nozione scontata, mentre i meno informati probabilmente si staranno chiedendo che cosa significhi l’espressione “blending wine”.

La traduzione in italiano del termine inglese “blend” è miscela. Quando si parla di miscela, in enologia, si fa riferimento alle combinazioni di vini che vengono uniti insieme per creare un prodotto che abbia o mantenga determinate caratteristiche.  

Le miscele sono varie, infatti non si mettono insieme solo vini provenienti da varietà diverse di uva, ma anche tra appezzamenti di vigneti distinti e molto altro. Una miscela molto nota in Italia è il taglio Bordolese.

La scelta della composizione dipende da molteplici fattori, primo tra tutti il prodotto finale che i winemakers vogliono ottenere. Ma entriamo nello specifico per avere un quadro il più possibile completo sull’argomento.

Breve cenno sulla miscelazione nella storia 

La tecnica dell’assemblaggio non è certo una cosa nuova, ha infatti una tradizione antica di millenni. La miscelazione si è sviluppata molto tempo fa, quando i vitigni misti servivano da “paracadute” per contrastare raccolti disastrati da fenomeni climatici, guerre e parassiti. 

Il primo approccio alla miscelazione nasce dunque dalla ricerca di affidabilità. Da bravi uomini d’affari la prima preoccupazione dei produttori di vino era quella di avere buona merce in ogni stagione.

Nelle regioni con un clima più variabile e quindi meno prevedibile, ottenere buoni raccolti era spesso una sfida. Piogge precoci e primavere tardive potevano rovinare tutto il lavoro fatto fino a quel momento. Questo tipo di clima è caratteristico, per esempio, della regione di Bordeaux.

Detto in poche parole, se un raccolto non era al massimo delle sue proprietà, la miscelazione poteva riequilibrare il sapore finale del vino e aumentarne la qualità. Quindi, in annate propizie i vini potevano raggiungere altissimi livelli e nelle annate difficili si potevano ottenere comunque vini buoni da poter vendere.

Con il passare del tempo, le innovazioni tecniche e scientifiche hanno permesso un controllo maggiore di certi fattori. È infatti nel 1800 che si diffonde la tecnica della miscelazione intesa come ricerca di sapori più complessi e raffinati. Il wine blending è ormai divenuta una vera e propria arte che mira ad ottenere tagli unici. 

Quindi, le ragioni che spingono i produttori moderni a creare miscele di vini adesso sono diverse rispetto all’antichità. 

Vediamole!

blending wine

Wine blending ai giorni nostri

Avendo appurato che la miscelazione è una tecnica tanto antica quanto fondamentale anche ai giorni nostri, vediamo ora quali sono i principali motivi che spingono i produttori a tagliare il vino

Essenzialmente, le ragioni sono due. 

La prima consiste nel tentativo dei produttori di creare un vino che mantenga lo stesso sapore nel tempo. La miscela, infatti, permette di correggere alcuni aspetti del vino che non possono essere sempre costanti proprio a causa di sbalzi climatici e altri fattori. Senza questo tipo di correzione, il vino cambierebbe sapore negli anni, perché la medesima varietà di uva di uno stesso vigneto subisce cambiamenti.La peculiarità di alcuni brand è proprio quella di mantenere un sapore costante nel tempo, per cui il taglio del vino diventa un aspetto essenziale nella loro produzione. 

La seconda ragione è la creazione di vini complessi. Per complessi si intendono quei vini con diverse sfumature di odore e sapore. Un esempio è il Cabernet Sauvignon, un vino generalmente molto aromatico nel quale si possono distinguere frutti rossi e profumi del sottobosco come aghi di pino e foglie di quercia. 

Blend e tagli: quali sono i più famosi

Abbiamo quindi compreso quali siano i motivi predominanti che hanno spinto nel tempo i produttori a creare vini “blended”. Adesso, passiamo alla parte interessante: quali sono i migliori blend.

Prima di tutto, è necessario fare una precisazione: quando si parla di blend e taglio, si fa riferimento a due prodotti simili, ma non uguali. 

Si parla di “blend” quando è il 50% del vino ad essere tagliato, mentre con “taglio” si intende una miscela che utilizza il 15% del totale del vino.

Il Bordolese, che abbiamo citato prima, è tipico della regione di Bordeaux, a sud-ovest della Francia, e si ottiene dall’assemblaggio di vitigni come Merlot, Chardonnay, Sauvignon e Cabernet. 

Per restare in territorio italiano possiamo citare il Sassicaia come uno tra i blend italiani che ha avuto più successo. Si ispira al taglio bordolese, viene prodotto nelle zone di Castagneto Carducci ed è composto almeno all’80% di uve Cabernet Sauvignon.

Come si assembla il vino

Assemblare il vino è un’arte e per questo serve molta sensibilità gustativa e olfattiva e, ovviamente, competenza nel settore. 

Chi è addetto all’assemblaggio studia e analizza le diverse componenti dei vini, o dei vitigni, in base a criteri di complementarità e tenendo conto di fattori come l’età del vigneto, il clima e il tipo di suolo, il periodo di vendemmia, il tipo di botte e il tempo passato in quest’ultima.

Il processo può essere svolto nella fase di vinificazione o dopo la maturazione in botte.

Conclusioni 

Dopo aver letto un intero articolo sul vino, viene proprio voglia di berne un bicchiere! Potreste semplicemente stappare una bottiglia che avete a casa, oppure creare una vostra miscela e provare l’ebbrezza dell’antichissima arte dell’assemblaggio, prendendo parte al processo di produzione del vino. 

Questo è possibile grazie alla Wine blending experience! Potrete passare una giornata in una cantina e, sotto la guida di un enologo esperto, comporre il vostro blend che porterete a casa al termine del percorso. 

Si tratta di un’idea originale e innovativa da proporre/regalare ad amici o fidanzati, oppure un’opportunità per passare del tempo anche da soli, immersi nella natura, lontano dal lavoro e dalle routine settimanali. 

Perché, in fin dei conti, cosa c’è di meglio che staccare la spina per un giorno e sedersi all’ombra dei vigneti toscani con un gustoso bicchiere di vino creato direttamente da voi? 

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