Origini della denominazione
Il Trento Doc è un vino spumante prodotto a partire da uve coltivate nei comuni di Trento, in zone contraddistinte da altitudini tra i 200 e gli 800 metri sul livello del mare. La storia del Trento Doc affonda le sue radici nella tradizione della famiglia Valentini: grandi proprietari terrieri, i Valentini iniziarono a produrre uno champagne a Calliano, una località della Vallagarina, già nel 1899. Il successo fu tale che Armando Valentini divenne il fornitore ufficiale dei vini alla Casa Imperiale d’Austria, acquisendo anche il titolo di Weinfeld. Quindi, a differenza di quanto si crede, la storia della produzione dello spumante Trento Doc non inizia con Giulio Ferrari che intraprese la carriera di champagnista alcuni anni dopo, nel 1902.

Area di produzione
L’area di produzione per il vino Trento Doc si estende per circa 800 ettari e copre diversi territori: la Valle dell’Adige, la Valle di Cembra, la Vallagarina, la Valle del Sarca, la Val Sugana e le Valli Giudicarie. Nel 2019 sono state prodotte e vendute oltre 9 milioni di bottiglie di Trento Doc.

Caratteristiche organolettiche
Alla vista il Trento Doc è contraddistinto da una colorazione giallo intenso attraversata da riflessi dorati a dare un perlange molto fine e durevole ed una spuma estremamente sottile. All’olfatto, invece, l’odore è complesso da descrivere; sono presenti sentori di lieviti e crosta di pane, con sfumature di frutta sia secca che esotica. Il sapore è tipico e vivace allo stesso tempo, con un buon corpo che persiste a lungo. La particolare aromaticità del vino Trento Doc è ascrivibile alle escursioni termiche tra giorno e notte, tipiche del territorio montano di Trento che generano le condizioni ottimali per la caratteristica fragranza. È ottimo nel corso dell’aperitivo, accompagnato da sfizi sia a base di carne che a base di pesce, ma anche durante l’intero pasto.

Disciplinare del Trento Doc
Secondo il disciplinare, le uve per produrre il vino Trento Doc sono Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero e Pinot menieur, ciascuna delle quali può essere adoperata assoluta oppure in percentuali variabili, per cui si può ottenere sia la tipologia bianca che rosata. Queste uve presentano una resa massima di 15 tonnellate per ettaro e sono contraddistinte da un titolo alcolimetrico minimo pari al 9%. Il metodo di produzione prevede la rifermentazione in bottiglia; più precisamente la permanenza del vino sui lieviti di fermentazione deve essere di almeno 24 mesi. Il procedimento è diverso per la tipologia Riserva; infatti, in questo caso è necessaria una permanenza più lunga, di 36 mesi e vige anche l’obbligo di un titolo alcolimetrico minimo del 10%. L’utilizzo del marchio Trento Doc è ammessa solo dalle aziende che, dopo apposita richiesta, ottengono l’idoneità: ad oggi sono diverse le cantine che possono apporre secondo il disciplinare il marchio in etichetta e tra queste si annoverano Ferrari, Cesarini Sforza e Rotari.