A cosa serve lo zolfo per la vite?

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In un articolo precedente ci siamo soffermati su quali sono i benefici della musica in viticoltura, un’arte che, sorprendentemente, può influire per avere delle bottiglie di qualità superiore.

Oggi, invece, andiamo ad analizzare i vantaggi che derivano dall’utilizzo dello zolfo per la vite. Parliamo di uno dei trattamenti agricoli più antichi, adoperato all’interno di diverse colture quali piante da frutto, cereali, ortaggi e barbabietola da zucchero.

Abbinato al magnesio, assume un ruolo essenziale per quanto riguarda la regolazione dei meccanismi vitali della vite, a livello di metabolismo (una peculiarità del magnesio) e soprattutto per quanto concerne il mantenimento della conformazione cellulare (un tratto distintivo dello zolfo).

Zolfo: alcune cose da sapere

Prima di concentrarci sulle funzioni dello zolfo per la vite, vediamo cos’è esattamente. In medicina è considerato un macroelemento, mentre in agricoltura è uno dei composti organici più adoperati per combattere insetti e soprattutto funghi.

Il termine “zolfo” deriva dal latino “sulphur” e va a indicare insieme al rame l’insetticida più antico e longevo, utile per combattere molteplici patologie: da qui deriva la spiccata azione contro gli insetti. 

In natura, si trova in special modo lungo le aree vulcaniche; viene adoperato in special modo durante il periodo estivo.

Il simbolo chimico dello zolfo è una S, una lettera che indica la presenza del composto all’interno del suolo, dove incide tanto sul processo fisiologico che su quello legato alla produzione.

La sua presenza tende a influenzare fattori fondamentali quali la fertilità e la fotosintesi clorofilliana. 

Inoltre, va a combattere un fenomeno piuttosto comune come la clorosi: un sintomo che colpisce le foglie delle specie vegetali per via della scarsa presenza di clorofilla o in virtù di alcuni errori nella sua formazione.

Riesce a ridurre il pH del suolo, favorendo l’attività di diversi microorganismi e la fissazione dell’azoto, del fosforo e di altri elementi che tendono a provocare una diminuzione delle problematiche dovute a una carenza degli stessi.

A cosa serve lo zolfo per la vite

In ambito vitivinicolo, lo zolfo è utilizzato soprattutto per contrastare un tipo particolare di fungo che attacca diverse specie vegetali, tra cui appunto la vite. Si tratta dell’oidio e ama parti quali foglie, tralci verdi, grappoli e infiorescenze. 

È alquanto infestante, dal momento che compare anche in assenza di acqua, cosa che invece non accade con la peronospora: un fungo che tende a propagarsi lungo la parte inferiore delle foglie di vite.

L’oidio si diffonde specialmente in presenza di condizioni meteorologiche favorevoli: vento intenso, alte temperature (ma non troppo), umidità contenuta, mancanza di pioggia. 

In presenza, invece, di fenomeni atmosferici frequenti, di una luce diretta e di una gradazione superiore ai 35°, la sua attività tende a fermarsi.

Lo zolfo, per la vite, non serve unicamente per combattere un fungo “coriaceo” quale l’oidio. È valido in concomitanza di problematiche quali fusariosi, septoriosi e via dicendo. Ha, pertanto, un effetto positivo in presenza di neanidi di afidi, tisanotteri, acari e cocciniglie.

Come agisce lo zolfo sull’oidio

L’utilizzo del trattamento per nutrire la vite a base di zolfo, rame, basic j-ferro va inteso a scopo preventivo. Questo vale soprattutto per contrastare la presenza dell’oidio, dal momento che viene impedita la germinazione dei conidi.

Lo zolfo si rivela al contempo curativo, in quanto riesce a interferire durante il processo di incubazione che avviene nel micelio, ma è anche eradicante poiché riesce a eliminare il fungo nel momento in cui non risulta visibile.

Come fa a neutralizzare l’oidio? Grazie alla capacità di raggiungere nel profondo la cellula del fungo, di cui arriva a rompere la membrana. Il micelio si scioglie nella sua stessa acqua e perisce per un fenomeno di disidratazione.

Un fattore fondamentale da considerare nell’azione dello zolfo è la temperatura, un elemento da valutare in relazione al fatto che passa da una consistenza che parte da un livello solido per trasformarsi in vapore. Se la temperatura è bassa va a ridurre e persino compromettere l’efficacia del prodotto.

Quanto zolfo per la vite? Dosi e tipologie

Non tutte le tipologie di zolfo sono uguali: alcune risultano attive a fronte di un range compreso tra i 10 e i 12°C (zolfi fini), altre hanno bisogno di una gradazione minima di 18°C (zolfi grossi).

Lo zolfo è disponibile per lo più in polvere: una modalità che vede la presenza di molteplici categorie. Le principali sono zolfi sublimati e zolfi ventilati. Ci sono poi gli zolfi bagnabili. Per essere efficace la formulazione deve essere il più possibile a contatto con il parassita.

Quanto zolfo per la vite va utilizzato? Ogni prodotto è diverso. Ad esempio, nel caso dello zolfo bagnabile vanno impiegati dai 120 ai 180 g/hl per le piante che si trovano in pieno campo. 

Su ogni confezione vengono riportati i parametri idonei a un uso che rispetti la pianta e chi poi arriva a consumare il prodotto finale. In linea di massima, le dosi minime sono quelle da considerare nei periodi in cui il caldo si rivela più intenso.

Come va usato lo zolfo? Può essere adoperato, oltre che sulle piante che si trovano all’aperto, in quelle ubicate in serra o in cantina. 

La versione in polvere mal si presta a una somministrazione in appartamento. Occorre effettuare la posa direttamente sulla pianta con l’aiuto di un soffietto. Durante la somministrazione è necessario proteggersi mani e viso, indossando maschere naso-bocca, occhiali e guanti. 

Gli zolfi bagnabili, invece, sono piuttosto pratici da usare, dal momento che si riescono a sciogliere a diretto contatto con l’acqua. Durante la somministrazione è comunque bene proteggere le parti del corpo maggiormente sensibili.

Conclusioni: lo zolfo per la vite è tossico?

Lo zolfo va utilizzato nel modo corretto. Diversamente, tende ad assumere la valenza di composto fitotossico. 

Ciò accade, ad esempio, se viene impiegato a fronte di una temperatura superiore ai 28°C o in condizioni meteorologiche non idonee, in particolare in presenza di vento.

Se invece viene somministrato in locali chiusi, come ad esempio una serra, è bene fare in modo che vi sia la totale assenza di correnti d’aria.

È comunque bene leggere con attenzione le indicazioni riportate sulla confezione, tenendo conto che potrebbero esserci delle variazioni, magari minime ma importanti, da un prodotto all’altro. 

In questo modo lo zolfo non solo non risulta nocivo per la salute, ma riesce a dare sollievo alla vite dall’azione di un microrganismo fastidioso quale l’oidio.

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