Quante gemme lasciare nel cordone speronato?

cordone speronato della vite

Con il termine cordone speronato si intende un sistema di allevamento della vite caratterizzato dalla selezione, durante la potatura invernale, di 5, 7 germogli ben lignificati e posizionati, dai quali si andrà a ricavare altrettanti speroni a due, tre gemme.

Nell’ambito della wine experience risulta utile e interessante conoscere le differenti tipologie di allevamento della vite, le loro caratteristiche e diffusione, che si basa non tanto sui gusti personali del viticoltore, quanto a parametri come le caratteristiche di fertilità e la localizzazione delle piante, le condizioni climatiche, geografiche e ambientali.

Cordone speronato della vite: cos’è e come nasce

Nella sua forma classica il tronco della vite raggiunge un’altezza che varia tra i 60-100 cm. Dal tralcio della vite parte quindi il cordone, ovvero una porzione orizzontale permanente di 1-2 m con speroni di 2-4 gemme.

La paternità di questo metodo è tutta italiana: furono infatti gli studi di due agronomi friulani: Marco Simonit e Pierpaolo Sirch a mettere a punto questa metodologia. I due ipotizzarono che la potatura della vite dovesse essere sempre fatta sulla parte giovane, lasciando che quella vecchia potesse rafforzarsi in modo indisturbato.

In questo modo anche le nuove gemme godono della vigoria della pianta. Per provare la loro teoria legarono quindi il tralcio di vite più vigoroso ad un sostegno. La vite veniva poi piegata a formare il cordone che permetteva la fase vegetativa della pianta. Sul cordone vennero lasciati gli speroni corti, ciascuno con 2-3 gemme.

A questo punto la potatura risultava piuttosto semplice, dal tralcio della vite venivano eliminati tutti gli speroni indesiderati e che avrebbero prodotto nuovi tralci. Le osservazioni finali furono coronate dall’ottenimento di frutti di qualità migliore, con una maturazione ottimale.

Diffusione del cordone speronato

Il cordone speronato rappresenta un sistema di allevamento della vite largamente diffuso in Toscana, Lazio e Campania e che ben si presta per l’allevamento di Sangiovese e Montepulciano, ma anche di Barbera, Pinot Nero e Cabernet Sauvignon.

Il suo impiego tuttavia si riscontra anche in diverse altre regioni d’Italia, anche del Nord, grazie al fatto che si adatta bene a terreni collinari, anche asciutti, ed a vitigni che presentano una buona fertilità delle gemme del tralcio a frutto.

Vantaggi e svantaggi del cordone speronato

Questo tipo di allevamento presenta numerosi vantaggi ma anche qualche svantaggio.

Sicuramente, in base a quanto detto, la potatura della vite a cordone speronato permette di ottenere uve di notevole qualità da cui ricavare vini eccellenti. Inoltre il vantaggio di avere un impianto con una fittezza regolare, rende in grado di garantire una buona esposizione delle foglie e un buon equilibrio della produzione.

Ma uno dei più grandi vantaggi riscontrabili, nella struttura compatta e ben organizzata della pianta che questo metodo offre, è che permette la meccanizzazione delle operazioni effettuate in vigna come, ad esempio, le operazioni di pre-potatura. 

Uno dei più grandi svantaggi invece è che questa tecnica non è applicabile a qualità di uve scarsamente produttive e che crescono in ambienti molto freddi e umidi, ma è sconsigliata anche per le varietà di uva a grappolo compatto, in quanto le espone maggiormente al rischio di malattie come la Botrite e il marciume acido.

In questo tipo di allevamento è altresì importante fare attenzione alla densità dell’impianto, ovvero il numero di filari a distanza l’uno dall’altro, con regole precise riguardo alla distanza tra un filare e l’altro, ma anche tra il cordone e il filare. Questo è importante per influenzare la qualità e la produttività dell’uva.

Quali sono le altre tipologie di allevamento della vite?

Vediamo alcuni dei principali tipi di allevamento della vite:

  • Impianto a cordone libero: caratterizzato da un unico cordone orizzontale, posto a 120-150 cm da terra.
  • Impianto a guyot: un sistema di allevamento della vite che consiste in un capo a frutto di 7-8 gemme, sul quale si verifica la produzione dell’anno, e, dalla parte opposta, di uno sperone di 2 gemme che produrrà l’anno successivo.
  • Impianto a sylvoz: consiste in due cordoni orizzontali, posti a 150 cm da terra, sorretti da un sistema di pali e fili.
  • Impianto a tendone: un sistema di allevamento caratterizzato da un filare di pali sorretti da un sistema di fili, su cui vengono fatte arrampicare le viti.

Somiglianze e differenze con la potatura a guyot

Confrontando la potatura a cordone speronato della vita con un altro sistema molto diffuso di allevamento qual è il guyot  possiamo notare molte somiglianze ma anche alcune differenze, come il diverso numero degli speroni.

Nel cordone speronato, la vite è generalmente mantenuta con un tronco principale dal quale si sviluppano numerosi speroni permanenti, dai quali cresceranno i getti annuali. Nel guyot, la vite è gestita con un tronco principale e uno o due rami orizzontali, dai quali crescono i getti annuali.

Durante la potatura invernale, i getti dell’anno precedente vengono tagliati a uno o due gemme nel cordone speronato, mentre nel guyot, questi vengono tagliati a lunghezze specifiche.

Il guyot è in grado di aumentare la vita della pianta ma richiede una potatura più complessa, mentre il cordone speronato richiede un maggiore investimento di tempo all’inizio, per la selezione del tralcio e rimozione degli speroni non voluti, ma poi la potatura risulta più semplice e può essere meccanizzata

Il guyot tende ad essere più complesso da gestire rispetto al cordone speronato, poiché richiede decisioni più precise riguardo al numero di rami orizzontali da mantenere e alla lunghezza dei getti.

In generale, sia il cordone speronato che il guyot sono due tipologie efficienti di allevamento delle viti, ma la scelta tra i due dipenderà dalle specifiche esigenze del vigneto e dalle preferenze del viticoltore.

Potatura della vite a cordone speronato: conclusioni

Il cordone speronato rappresenta un tipo di allevamento della vite di invenzione italiana, che offre diversi vantaggi, ma anche qualche limite legato ad eventuali specie di uva o condizioni climatiche.

In questo senso è un metodo adatto per le uve produttive ma non dal grappolo troppo fitto, che crescono in climi che vanno dal mite al caldo, con il vantaggio di poter implementare efficacemente operazioni di meccanizzazione ed ottenere un’ottima qualità dei frutti, in modo da dar vita a vini eccellenti.

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