Veuve Clicquot La Grande Dame Champagne Brut 1983

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Un nome che merita di stare nel novero dei più prestigiosi marchi produttori di champagne è sicuramente quello di Veuve Clicquot. Fondato nel 1772 da Philippe Clicquot, è con la presa in gestione di Madame Clicquot Ponsardin, rimasta vedova di François, il figlio del fondatore, che la Maison Clicquot diviene famosa in tutta Europa.   

Il suo è stato uno dei primi esempi di donna imprenditrice di successo dei tempi moderni. A lei, tra le altre cose, si devono la produzione del primo champagne millesimato e l’affermazione dello champagne come vino preferito all’epoca negli ambienti nobiliari e dell’alta borghesia.

Ancora oggi, tra i vini spumanti fuori dal contesto dei produttori italiani, sappiamo bene quanto lo Champagne sia uno dei preferiti per celebrare feste e ricorrenze.

In questo articolo andiamo a parlare di un eccellente prodotto della Maison Clicquot, dedicato proprio a Madame Clicquot Ponsardin: lo Champagne Brut La Grande Dame 1983.

Zone di produzione

Ben dal 1760 risale la presenza della famiglia Clicquot nei terroir Grands Crus dello Champagne, ulteriori appezzamenti di terra furono acquistati in seguito, grazie all’intuito di Madame Clicquot che aveva ben compreso la potenzialità qualitativa di queste zone.

Veuve Clicquot possiede uno dei più grandi vigneti della regione Champagne: ben 390 ettari di terreno, dove la qualità delle uve è eccezionale, in quanto il vigneto si estende su 12 dei 17 Grands Crus e su 20 dei 44 Premiers Crus presenti nella regione dello Champagne.

Per quanto riguarda lo Champagne La Grande Dame, viene fatto con un assemblaggio di sei dei Grands Crus storici della Maison Clicquot: da Aÿ, Ambonnay, Bouzy, Verzy e Verzenay provengono le uve Pinot Noir che vanno a comporre il 90% circa, a seconda delle annate, del blend e che sono alla base della potenza e struttura di questo vino.

Il rimanente 10%, a dare freschezza, proviene da uve Chardonnay provenienti da Mesnil-sur-Oger. Mentre il dosage è di 6 grammi di zucchero per litro

Caratteristiche organolettiche de la Grande Dame Champagne   

La Grande Dame Champagne 1983 si presenta alla vista con un bel colore dorato e brillante, limpido e luminoso. Al naso è armonico e delicato, con note di albicocca, mandorla e pera che evolvono in sentori golosi di brioche, nocciole tostate e miele.

Al palato si dà una consistenza setosa, dal perlage raffinatissimo: emergono aromi di agrumi freschi, mandorle tostate, toast imburrato, miele e una gradevole mineralità. L’acidità è marcata, il gusto è secco e di medio corpo, il finale lungo e appagante.

L’equilibrio perfetto tra freschezza e struttura, realizzato con grande eleganza, trova la sua origine nell’unione delle migliori uve Pinot Noir e Chardonnay provenienti da alcuni degli storici Grands Crus dello Champagne.

Madame Clicquot sosteneva nel 1825: “Le nostre uve nere danno i migliori bianchi”, e infatti una delle caratteristiche dello Champagne Brut La Grande Dame 1983 è la predominanza, in questo caso al 64% del blend, di uve Pinot Noir. Certamente grazie allo Chardonnay, uvaggio bianco, si equilibra il blend, aggiungendo freschezza.

È un vino che si presta bene ad invecchiamento, anche lungo.

Abbinamenti consigliati

Perfetto con crostacei, frutti di mare, piatti a base di pesce, anche grasso come tonno e salmone, ma anche piatti delicati a base di maiale, foie gras d’anatra o pollo al sesamo. Può accompagnare divinamente un risotto alla zucca o dei ravioli burro e salvia. Ottimo con i formaggi freschi e delicati.

A livello di dessert si accompagna bene con la pasticceria secca e trova il suo ruolo ideale anche come vino da brindisi.

Per apprezzare in pieno il potenziale dello Champagne La Grande Dame 1983 è raccomandato servirlo ad una temperatura compresa tra i 10°C e i 12°C, in un bicchiere di cristallo alto, panciuto e dall’apertura stretta, dalla forma cosiddetta di tulipano. In questo modo lo Champagne sarà in grado di esprimere al meglio tutti i suoi aromi e le bollicine.

Le crayères Veuve Clicquot: un luogo magico

Nei dintorni di Reims, nel cuore della regione dello Champagne si trovano delle antiche cave di gesso sotterranee, crayères in francese, che sono state riutilizzate da Veuve Clicquot per conservare e far maturare vini a diversi metri in profondità. Sono circa 370 e coprono la bellezza di 24 chilometri sotto la collina di Saint-Nicaise.

Nel 2015 questi luoghi diventano meritatamente Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Scendendo in queste cave si è immediatamente colpiti dalle dimensioni delle gallerie, dalla maestosità di questi luoghi, oltre che dal clima fresco e umido, in grado di fornire le condizioni ideali lungo tutto l’anno per la conservazione e la maturazione dei vini.

Il numero di bottiglie qui conservate è impressionante, a perdita d’occhio. Anche l’igrometria, ovvero la misura dell’umidità nell’aria, è ottimale: dal 90 al 100%.

Le crayères possiedono un’atmosfera magica, visitarle contribuisce a rendere ancora più completa l’esperienza dello Champagne, per comprendere perché questo vino sia così speciale e amato nel mondo.  

Le visite organizzate terminano abitualmente con l’assaggio di due dei più iconici champagne della Maison: La Grande Dame per l’appunto, e il Brut Carte Jaune, un altro grande classico Veuve Clicquot.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo indagato su uno degli champagne più importanti di un marchio storico come Veuve Clicquot, con particolare riferimento all’annata del 1983.

Sono numerosi gli esempi di innovazione che la Maison Clicquot ha introdotto nelle metodiche produttive: dalla creazione del primo champagne millesimato, all’invenzione del table de remuage, divenuto poi standard nella produzione di bollicine metodo classico, fino al primo rosé d’assemblage.

Anche gran parte del successo che questo vino ha trovato in tutta Europa prima e nel mondo adesso, deve molto alla grande abilità imprenditoriale di Madame Clicquot.

Impressionante vedere come nei loro libri, grandi autori russi dell’Ottocento come Pušhkin, Checov e Gogol abbiano lodato lo champagne, con il primo che fa bere al protagonista omonimo del suo romanzo in versi Eugenio Onegin, proprio champagne Veuve Clicquot e Moët!

Sin dalla sua nascita la Maison Clicquot si è sempre contraddistinta per la ricerca incondizionata della qualità, così come voleva Madame Clicquot. Fedele alla sua lunga tradizione, la Maison ha incarnato e continua ad incarnare alla perfezione il suo motto “Una sola qualità, la migliore”.

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