La DOC Rosso di Montepulciano insiste sullo stesso territorio della DOCG Vino Nobile di Montepulciano e ne rappresenta quindi la “DOC di ricaduta”. Questo siginifica che questa DOC, creata più recentemente rispetto a quella più nota del Vino Nobile, permette ai produttori maggiore flessibilità nell’impiego delle uve in funzione degli andamenti stagionali e quindi di rinominare a Rosso di Montepulciano partite non ritenute adeguate a essere vinificate come DOCG.  La base ampelografica è la stessa (Sangiovese, localmente detto “Prugnolo gentile” per un min. del 70%, accompagnato dal 30% di vitigni a bacca rossa autorizzati per la regione toscana tra cui un max del 20% di Canaiolo e/o Mammolo e/o Merlot e/o Cabernet Sauvignon. Le differenze sono basicamente nella resa per ettaro, leggermente più alta per il Rosso di Montepulciano (70 hl rispetto ai 56 del Vino Nobile) e nell’affinamento minimo (6 mesi anzichè 24). Se ne ricava quindi un vino di più facile beva rispetto al suo fratello maggiore, più fresco e fruttato, con la nota di viola caratteristica del Mammolo ed una corposità media.