Assieme al Barbaresco, il Barolo rappresenta la massima espressione dei vini da Nebbiolo. Il clima delle colline della zona di coltivazione del Barolo è del tutto simile a quello del Barbaresco, con rischi di gelate in primavera, piogge e nebbie in autunno. Questo comporta anche per il Barolo una forte differenziazione tra vini di annate diverse. Il Barolo è un vino difficile da ottenere: si deve partire da cloni selezionati per avere acini piccoli, in modo da garantire maggiore pigmentazione e carica polifenolica, si devono scegliere le giuste esposizioni per i vigneti (Sorì) in genere su colli (Bricchi) esposti a sud-ovest, si deve lavorare sulle rese in modo da garantire la migliore qualità del frutto, ed infine in cantina per creare il prodotto finale. I grandi Barolisti si sono oramai suddivisi in due scuole di pensiero, o meglio stili filosofie produttive per il Barolo. La tradizione propone un Barolo robusto e tannico, affinato in botti grandi, l’innovazione propone un Barolo più morbido e gentile, affinato in tutto o in parte in piccole botti (barriques). Il Barolo esprime in tutti i casi le potenzialità del vitigno Nebbiolo, sia per il colore granato tenue che per i profumi eleganti con note fruttate e floreali. Non ultimi i sentori balsamici e speziati di cui si arricchisce durante l’affinamento in botte ed il tannino austero ma al tempo stesso vivace. E’ un vino rosso importante, che dà il suo massimo abbinato a piatti di carne di grande struttura, anche a base di selvaggina, o per tradizione in accompagnamento ai piatti locali a base di tartufo. Si sposa bene anche con formaggi stagionati, oppure anche da solo, in meditazione.