Il vitigno Pallagrello bianco è uno dei vitigni autoctoni che si sta rendendo protagonista della rinascita enologica della regione Campania. Il vitigno è originario del casertano, con due varietà, uno a bacca bianca e uno a bacca nera, con grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla,  in dialetto locale “U Pallarel”. La sua provenienza risale presumibilmente all’antica Grecia, i coloni Greci furono poi sostituiti dai Romani, e nell’antica Roma, l’uva era conosciuta con il nome di “Pilleolata”. Il vitigno Pallagrello bianco è stato considerato a lungo come sinonimo della “Coda di volpe bianca”, anche se fin dall’800 alcuni studiosi avevano compreso che si trattava di due varietà distinte. Poco produttivo, molto delicato, il vitigno Pallagrello bianco è presente, in modo diffuso, nella sola provincia di Caserta e prevalentemente nei Comuni dell’area viticola Caiatino-Matesino (Ailano, Alife, Alvignano, Caiazzo, Caserta, Castel Campagnano, Castel di Sasso, Castel Morrone, Dragoni, Fonte Greca, Formicola, Gioia Sannitica, Liberi, Piana di Monte Verna, Piedimente Matese, Pontelatone, Prata Sannitica, Pratella, Raviscanina, Ruviano, S. Potito Sannitico, S. Angelo d’Alife)  per i quali è vitigno raccomandato e dove dà origine a produzioni enologiche di spiccata tipicità e crescente interesse.