La Galluccio DOC è una denominazione che si trova nelle colline settentrionali della provincia di Caserta, lungo il confine con il Lazio. E’ stata creata nel 1997 e comprende vini rossi, bianchi e rosati. La denominazione insiste su cinque comuni, che giacciono tutti  sui terreni vulcanici scuri ricchi di minerali depositati dal Roccamonifa, un antico vulcano oggi spento ma un tempo molto attivo. Le tracce di potassio e basalto presenti nel terreo creano un particolare equilibrio chimico che si trova solo nei siti vulcanici. E’ per questa ragione che i vini italiani provenienti ad esempio dall’Etna, dal Vesuvio, dalle isole di Lipari e Pantelleria fruiscono di terreni simili, che conferiscono ai vini una spiccata mineralità e grande longevità. Il Galluccio Rosso DOC e il Galluccio Rosato DOC sono prodotti principalmente da uve del vitigno Aglianico, la più importante uva a bacca nera della Campania. L’Aglianico è una varietà caratterizzata dalla maturazione tardiva e che richiede lungo irraggiamento prima di poter esprimere la sua struttura. Anche se Galluccio si trova alla favorevole latitudine di 41 gradi, le uve vengono talvolta raccolte anche all’inizio di novembre. I vini bianchi della DOC Galluccio si basano sul classico vitigno campano Falanghina, presente per almeno il 70% nel Galluccio Bianco DOC. Il restante 30% può essere costituito da qualsiasi varietà bianca autorizzata per l’uso in Campania. La Falanghina, come l’Aglianico, ha svolto un ruolo di primaria importanza nel costruire dell’identità dei vini Campani. La sua origine è antica, e si ritiene che sia stata utilizzata per produrre il famoso vino Falerno (Falernum) ai tempi dell’antica Roma. La sua eredità si trova nel moderno Falerno del Massico, che viene prodotto nella zona compresa tra Galluccio e la costa tirrenica della Campania.