Bergamasca IGT

La denominazione Bergamasca IGT rappresenta una delle più importanti aree vitivinicole della regione Lombardia. La denominazione Bergamasca IGT include le province di Bergamo ed è stata creata nel 1995. I vini della denominazione Bergamasca IGT si basano principalmente su diversi vitigni. L’annessa cartina mostra la delimitazione geografica della denominazione Bergamasca IGT.

1) Cenni Storici della denominazione Bergamasca IGT

La naturale predisposizione del terreno orobico alla viticoltura, vanta storiche ed illustri testimonianze, così Aldo Quinzani inizia la sua analisi sulla viticoltura bergamasca in Vini della Bergamasca (Quinzani, A. – I. Tastavino, La Nova Grafica, Bergamo, 1983).

Il Marengoni sostiene che ‘il vino risulta dal matrimonio tra ambiente e capacità umana: la collina bergamasca e il suo viticoltore non potevano quindi che generare vini, quali il Valcalepio e il Moscato di Scanzo’.

Altre testimonianze dell’antichità della viticoltura in bergamasca ci vengono dall’epoca latina: alcuni storici riportano la notizia dell’impianto di viti in quel di Scanzo da parte dei militi romani. Inoltre, per i Romani la cultura della vite a Bergamo diventò così importante che fu dedicato un tempio a Bacco nell’antico Borgo di San Lorenzo. Plinio racconta che in questo territorio la coltivazione della vite era molto sviluppata, soprattutto nei luoghi più appropriati, cioè nella collina.

Quando poi nel 569 i Longobardi invasero la città, la vite, rimasta senza il vignaioli, costretto ad una precaria esistenza e soggiogato a lavorare per padroni per nulla avveduti, ebbe un notevole tracollo sotto il profilo della diffusione e della produttività e si rifugiò nelle proprietà ecclesiastiche.

Ma anche nei secoli bui la gente bergamasca non smise mai di amare il suo vino, tanto che il primo atto ufficiale che attesta l’importanza economica del vigneto è proprio un rogito del 750 con il qual viene ceduta una vigna sotto le mura della città.

Risalgono al 1000-1100 d.C. alcune carte di permuta e di vendita di terre vitate. A testimonianza dell’‘attenzione prestata dal potere pubblico al vino, nel 1243 Bergamo ordina i piantare le viti lungo la strada che va a Seriate e nel 1266 viene emanato lo statuto di Vertova che impone che ‘chi tiene a fitto tre pertiche di terreno comunale del Grumelli e nei Zereti vi pianti vigna’. Del modo dei bergamaschi di allevare le viti si occupa nel ‘300 Pier dè Crescenzi nel suo Opus Ruralium Commodorum. Indizio del valore dato al vino dai bergamaschi è la diatriba tra Guelfi e Ghibellini riguardo la quantità di carri (98 per i Ghibellini e 60 secondo i Guelfi) rubati durante il saccheggio delle case dei Ghibellini di Scanzo da parte dei Guelfi; in data 27 febbraio 1398 della questione si occupa il cronista Castello Castelli nel suo Chronicon Bergomense Guelpho-Ghibelllinum: ab anno 1378 usque ad annum 1407.

Nel 1569 il bresciano Agostino Gallo parla della eccellente tecnica usata nel trattare le viti, nel capitolo ‘Quanto bene piantano le viti i Bergamaschi’ del suo libro Le venti giornate dell’agricoltura e dei piaceri della villa.

Nel 1614 Alvise Rizzi stila un elenco dei benefici ecclesiastici del priorato di Pontida e riporta che ‘[…] i monaci accorparono le proprietà frazionate e disperse plasmando le coste dominate dal sole con vigneti capaci di dare vino potente e buonissimo. Per affinarlo conservarlo hanno costruito una cantina con botti cerchiate in ferro di sei carri l’una e si preparavano a costruirne un’altra per accogliere il nettare derivante dai nuovi vigneti che stavano per entrare in produzione’. La relazione conferma il fatto che dal 1400 a tutto il 1600 la provincia di Bergamo produceva molto più vino del suo fabbisogno, circa tre volte tanto e che il sovrappiù veniva collocato sul facoltoso mercato milanese.

A partire dal 1700, con l’espansione dell’allevamento dei bachi da seta e della coltivazione dei gelsi, che in pianura sostituirono la vite, la produzione diminuì fino al punto che i Bergamaschi, all’inizio dell’800 furono costretti ad importare vino da altre regioni. A tale proposito Rosa riferisce che “nel 1780 non solo [Bergamo] non ne mandò fuori, ma ne introdusse 5000 brente, ovvero 3554 ettolitri, che nel 1840 salirono a 5400 brente od ettolitri 38.172”.

2) Area di Produzione della denominazione Bergamasca IGT

L’area geografica vocata alla produzione del Vino IGT Bergamasca si estende sulla fascia pedecollinare della Lombardia centrale, delimitata dai fiumi Adda ed Oglio, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.

La Zona di Produzione del Vino IGT Bergamasca è localizzata in:

  • provincia di Bergamo e comprende il territorio dei comuni di Rogno, Costa Volpino, Bossico, Lovere, Sovere, Endine Gaiano, Pianico, Castro, Solto Collina, Riva di solto, Fonteno, Parzanica, Vigolo, Tavernola Bergamasca, Monasterolo, Grone, Berzo San Fermo, Casazza, Predore, Sarnico, Viadanica, Adrara S. Rocco, Adrara S. Martino, Foresto Sparso, Villongo, Gandosso, Credaro, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Chiuduno, Carobbio degli Angeli, Zandobbio, Trescore Balneario, Luzzana, Entratico, Vigano S. Martino, Borgo di Terzo, Pradalunga, Cenate Sopra, Cenate Sotto, S. Paolo D’argon, Gorlago, Albano S. Alessandro, Torre De’ Roveri, Scanzorosciate, Villa di Serio, Pradalunga, Nembro, Alzano Lombardo, Ranica, Torre Boldone, Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Villa D’Almè, Almenno S. Salvatore, Almenno S. Bartolomeo, Palazzago, Caprino Bergamasco, Cisano Bergamasco, Pontida, Villa D’Adda, Carvico, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Mapello, Ambivere, Barzana, Paladina, Valbrembo Almè, Brembate Sopra, Ponte S. Pietro, Presezzo, Bonate Sopra, Terno D’Isola, Calusco D’Adda, Mozzo, Seriate, Brusaporto, Bagnatica, Montello, Costa Mezzate, Bolgare, Telgate, Curno, Gorle e Pedrengo.

3) Tipologie di Vino della denominazione Bergamasca IGT

  1. Bergamasca Bianco 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11%

    Vino Bianco dal colore giallo paglierino, odore intenso, fruttato e floreale e sapore secco e sapido.

    Composizione:

    • 100%

      Vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Lombardia.

  2. Bergamasca Rosato 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11%

    Vino Rosato dal colore rosato cerasuolo, odore delicato e fruttato, dal sapore asciutto e armonico.

    Composizione:

    • 100%

      Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Lombardia.

  3. Bergamasca Rosato Schiava 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 10%

    Vino Rosato dal colore rosato cerasuolo, odore intenso e fruttato, dal sapore asciutto e armonico con leggero retrogusto amarognolo.

    Composizione:

    • 100%

      Vitigni a bacca bianca e nera idonei alla coltivazione nella regione Lombardia.

  4. Bergamasca Rosso 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11%

    Vino Rosso dal colore rosso rubino, odore ampio e intenso e sapore asciutto e armonico.

    Composizione:

    • 100%

      Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lombardia.

  5. Bergamasca Rosso Moscato 

    Tasso Alcolometrico: 15%

    Vino Rosso Moscato dal colore rosso rubino, odore intenso e fruttato e sapore asciutto e armonico.

    Composizione:

    • => 85%
    • =< 15%

      Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella regione Lombardia.

4) Abbinamenti Culinari della denominazione Bergamasca IGT

Piatti di salumi, bolliti, cotechino, zampone, cassoeula, paste asciutte con sughi a base di pomodoro o carne, risotti con carne e/o legumi, ravioli di carne anche in brodo.

5) Disciplinare della denominazione Bergamasca IGT

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