Barbera del Monferrato DOC

1) Cenni Storici della denominazione Barbera del Monferrato DOC

Il vitigno Barbera venne documentato in Piemonte per la prima volta in un documento scritto nel lontano 1512, all’interno di un documento catastale ritrovato presso il comune di Chieri, in provincia di Torino. Altri cenni si ritrovano nell’Archivio Comunale di Nizza Monferrato, in un testo del 1609. Quasi due secoli dopo, nel 1798, alla stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese compiuta dal conte Nuvolone, sotto il nome di  Vitis Vinifera Montisferratis per definire il Barbera.

Tale denominazione si doveva al nome storico della regione collinosa, centro principale ancora oggi, di coltivazione del vitigno Barbera come varieta autoctona del Monferrato. Con ogni probabilità la varietà di uva Barbera è nata da uno spontaneo incrocio di semi di vitigni più antichi. E’ certo però, che le origini del vitigno Barbera sono antichissime, anche se i documenti che ne danno testimonianza risalgono solamente a qualche secolo fa. Infatti, la prima traccia formale del Barbera si trova in un documento del XVIII secolo conservato nel municipio di Nizza Monferrato.

In ordine cronologico, la prima grande lode al Barbera è raccontata da Paolo Diacono secondo il quale nella battaglia di Refrancore del 1663, le schiere dei Longobardi di Grimaldo batterono i Franchi dopo averli ubriacati con vino delle cantine vicine. Si racconta infatti che per l’occasione i Longobardi riempirono di questo vino numerosissime anfore che disseminarono appositamente per i campi. Queste servirono da richiamo per i Franchi i quali le svuotarono avidamente.

Oggi il vino Barbera rappresenta circa il 50% dell’intera produzione viticola del Piemonte. Si può affermare, infatti, che il Barbera è il vino del Piemonte per antonomasia al punto tale da immedesimarsi con l’immagine vinicola della Regione.

Il Vino DOC Barbera del Monferrato ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 9 gennaio 1970.

2) Area di Produzione della denominazione Barbera del Monferrato DOC

Di tutte le denominazioni che fanno riferimento al Consorzio del Barbera, la DOC Barbera del Monferrato è di gran lunga la più estesa. La zona interessata dalla denominazione di origine controllata Barbera del Monferrato coincide infatti con l’intera provincia di Asti e una parte dei comuni dell’alessandrino. Questo territorio, caratterizzato da rilievi poco elevati, con altitudini che non superano i 400 metri, può vantare un clima temperato, in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all’espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne. Sulle colline soffiano venti molto moderati e la piovosità annuale è in linea con il resto del Piemonte.

La Zona di Produzione del Vino DOC Barbera del Monferrato è localizzata in:

  • provincia di Alessandria e comprende il territorio dei comuni di a) Alto Monferrato: Acqui, Alice Bel Colle, Belforte, Bergamasco, Borgoratto Alessandrino, Bistagno, Carpeneto, Capriata d’Orba, Cartosio, Carentino, Cassine, Cassinelle, Castelletto d’Erro, Castelletto d’Orba, Castelnuovo Bormida, Cavatore, Cremolino, Denice, Frascaro, Gamalero, S. Rocco di Gamalero, Grognardo, Lerma, Melazzo, Merana, Malvicino, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Morbello, Morsasco, Montechiaro d’Acqui, Orsara Bormida, Ovada, Pareto, Ponti, Ponzone, Prasco, Predosa, Ricaldone, Rivalta Bormida, Rocca Grimalda, Sezzadio, Silvano d’Orba, Spigno Monferrato, Strevi, Tagliolo, Terzo, Trisobbio, Visone; b) Basso Monferrato: Alfiano Natta, Altavilla Monferrato, Bassignana, Camagna, Camino, Casale Monferrato, Castelletto Merli, Castelletto Monferrato, Cellamonte, Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Cuccaro, Fubine, Frassinello Monferrato, Gabiano, Lu Monferrato, Masio, Mirabello Monferrato, Mombello Monferrato, Moncestino, Montecastello, Murisengo, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio Monferrato, Ozzano, Pomaro Monferrato, Pecetto di Valenza, Pietra Marazzi, Pontestura, Ponzano Monferrato, Quargnento, Rosignano Monferrato, Rivarone, Sala, San Salvatore Monferrato, San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia, Treville, Valenza, Vignale, Villadeati, Villamiroglio.
  • provincia di Asti e comprende il territorio dei comuni di Agliano Terme, Albugnano, Antignano, Aramengo, Asti, Azzano d’Asti, Baldichieri, Belveglio, Berzano San Pietro, Bruno, Bubbio, Buttigliera d’Asti, Calamandrana, Calliano, Calosso, Camerano Casasco, Canelli, Cantarana, Capriglio, Casorzo, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Castel Boglione, Castell’Alfero, Castellero, Castelletto Molina, Castello d’Annone, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castelnuovo Don Bosco, Castel Rocchero, Celle Enomondo, Cerreto d’Asti, Cerro Tanaro, Cessole, Chiusano d’Asti, Cinaglio, Cisterna d’Asti, Coazzolo, Cocconato, Corsione, Cortandone, Cortanze, Cortazzone, Cortiglione, Cossombrato, Costigliole d’Asti, Cunico, Dusino San Michele, Ferrere, Fontanile, Frinco, Grana, Grazzano Badoglio, Incisa Scapaccino, Isola d’Asti, Loazzolo, Maranzana, Maretto, Moasca, Mombaldone, Mombaruzzo, Mombercelli, Monale, Monastero Bormida, Moncalvo, Moncucco Torinese, Mongardino, Montabone, Montafia, Montaldo Scarampi, Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Montemagno, Montiglio Monferrato, Moransengo, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Passerano Marmorito, Penango, Piea, Pino d’Asti, Piovà Massaia, Portacomaro, Quaranti, Refrancore, Revigliasco d’Asti, Roatto, Robella, Rocca d’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Palafea, Rocchetta Tanaro, San Damiano d’Asti, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, San Marzano Oliveto, San Paolo Solbrito, Scurzolengo, Serole Sessame, Settime, Soglio, Tigliole, Tonco, Tonengo, Vaglio Serra, Valfenera, Vesime, Viale d’Asti, Viarigi, Vigliano, Villafranca d’Asti, Villa San Secondo e Vinchio.

3) Tipologie di Vino della denominazione Barbera del Monferrato DOC

  1. Barbera del Monferrato 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11,50%

    Vino Rosso dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore vinoso, caratteristico e sapore asciutto, mediamente di corpo, talvolta vivace.

    Composizione:

  2. Barbera del Monferrato Frizzante 

    Versione: Secco
    Tasso Alcolometrico: 11,50%

    Vino Rosso Frizzante dal colore rosso rubino più o meno intenso, odore vinoso, caratteristico e sapore asciutto, mediamente di corpo, talvolta vivace.

    Composizione:

4) Caratteristiche Organolettiche Barbera del Monferrato DOC

Nella zona del Monferrato anticamente vi era un’usanza molto particolare, che il disciplinare tiene in conto. L’abitudine monferrina di imbottigliare parte del vino nuovo con la luna di marzo, periodo in cui presentava ancora forti residui zuccherini. Il vino imbottigliato veniva successivamente lasciato rifermentare in bottiglia con presa di spuma. Per questo motivo oggi sono due le tipologie di vini concessi nell’ambito della Doc, da un lato la versione secca, dall’altro quella frizzante, che risale all’antica e vivace tradizione di vinificazione monferrina. Entrambe le versioni si presentano di un colore rosso rubino piuttosto intenso e profumi vinosi e varietali. La Barbera del Monferrato Doc frizzante ha una spuma fine e persistente e in bocca si distingue per un gusto leggermente abboccato.

5) Abbinamenti Culinari della denominazione Barbera del Monferrato DOC

Agnolotti al sugo d’arrosto, fonduta con tartufo bianco, minestre di legumi, salumi cotti, bolliti misti.

6) Disciplinare della denominazione Barbera del Monferrato DOC

Creata nel 2008 grazie al Decreto del 26 giugno, la Doc Barbera del Monferrato consente la coltivazione di quattro vitigni a bacca nera, tra cui spicca ovviamente il Barbera, che deve essere presente all’interno dell’uvaggio almeno per l’85%. Il restante 15% può essere colmato con una piccola aggiunta di altri vitigni a bacca nera tipici del luogo: sono consentiti in tal senso solo Dolcetto, Freisa e Grignolino.
Come accennato in precedenza, alla Doc Barbera del Monferrato fanno riferimento anche le due Docg Barbera del Monferrato Superiore e Barbera d’Asti. Nella Doc vige maggiore libertà rispetto alle due Docg e le restrizioni sono perciò minori. Quest’ultime riguardano infatti prevalentemente la resa, che viene regolamentata con un tetto massimo progressivo a seconda degli anni di impianto, da un minimo di 5.400 chilogrammi per ettaro fino a un massimo di 9.000, quando le vigne hanno almeno sette anni d’età. Per quel che riguarda la vinificazione, invece, la resa massima dell’uva in vino è del 70%. Il titolo alcolometrico minimo è di 12° e il periodo ideale per il consumo è compreso tra i tre e i quattro anni dall’imbottigliamento.

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