La Ostuni DOC è una denominazione in Puglia, riconosciuta nel gennaio 1972, due anni prima delle denominazioni di Manduria, sul verante ionico della penisola salentina. La DOC e il vino a cui si riferisce prendono il nome dalla città di Ostuni, un antico insediamento sulla costa adriatica della Puglia meridionale, il “tacco” dell’Italia. La città è famosa per le sue case bianche, simili ai trulli di Locorotondo e Martina Franca, a nord e ad ovest. Nell’antichità la città ospitò il popolo dei Messapii, e successivamente i Greci che migrarono attraverso il Mar Ionio per iniziare la colonizzazione dell’Italia. Analogamente alle denominazioni Moscato di Trani DOC e Gravina DOC, la Ostuni DOC non comprende vini rossi, cosa non comune in Puglia. Comprende invece sia l’Ostuni Bianco base che l’Ostuni Ottavianello (un vino rosé prodotto con il vitigno di origine Francese Cinsaut, conosciuto localmente come Ottavianello). L‘Ostuni Bianco è ottenuto da uve Impigno, che possono costituire il 50-85% della miscela, e Francavilla, fino ad arrivare al 100%. Il vino è noto per esssere un fantastico abbinamento per i piatti di pesce fresco, viene consumato in genere entro due anni dalla vendemmia e può mancare di complessità nelle annate più calde se non ben vinificato. L’Ostuni Ottavianello è un vino molto diverso: Ottavianello è il nome italiano per il Cinsaut ed è usato qui per produrre vini rosati ed intensi ricchi di note floreali e speziate. Se esiste in Italia un corrispndente della Provenza Francese, con i suoi piatti di frutti di mare, questo si trova qui a Ostuni. La presenza dei vitigni Pugliesi a bacca nera, come la Malvasia Nera e il Negroamaro, ci ricordano i vini della loro terra salentina. Ostuni si trova all’estremità orientale della Valle d’Itria, che segue da vicino le colline Colline Joniche Tarantine, che segnano il passaggio tra la Puglia settentrionale e meridionale. L’Itria non è tecnicamente una valle, ma piuttosto una depressione topografica la cui formazione e presenza parte essenziale del “tacco” dell’Italia. La combinazione di terreni arenacei, calcarei e argillosi presente nella zona è di particolare importanza per due ragioni. Innanzitutto la composizione chimica del suolo e le sue proprietà di ritenzione di calore e drenaggio. In secondo luogo, il fatto che questa depressione sia sta creata dal fenomeno del carsimo nel corso di molte migliaia di anni. Il carsismo si verifica quando una roccia particolarmente solubile viene progressivamente erosa, lasciando dietro di sé le rocce più resistenti. Ciò si verifica anche senza la presenza di fiumi e laghi visibili, a causa di corsi d’acqua sotterranei.